domenica 9 ottobre 2016

Maya. Il linguaggio della bellezza.

A Verona una mostra ricca di storia e di mistero.

di Giancarlo Arientoli

Maschera di giada.
Al Palazzo della Gran Guardia di Verona approda una delle più grandi ed esaustive mostre che siano mai state prodotte sui Maya, con oltre 250 opere provenienti dai principali musei del Messico; sculture in pietra, stele monumentali, elementi architettonici, figurine in terracotta, vasi, maschere in giada, e utensili della vita di tutti i giorni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri. Una mostra che cerca di far luce su una delle civiltà più ricche di storia e di mistero attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando la decifrazione della loro scrittura, e una lettura storico-artistica e non solo archeologica delle loro opere, appartenenti ai tre grandi periodi - pre-classico, classico e post-classico - che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. hanno visto fiorire questo popolo.

Incensiere di ceramica.
La mostra è strutturata in quattro sezioni che ruotano intorno al significato del corpo. “Il corpo come tela” fa riferimento ai paradigmi della bellezza manifestati attraverso le modifiche corporali che venivano praticate presso i Maya. “Il corpo rivestito” mostra i diversi tipi di indumenti utilizzati dai Maya come espressione del loro sistema sociale e ideologico. “La controparte animale”, raffigurazioni animali che, secondo la visione cosmica dei Maya, accompagnano l'uomo sin dalla nascita. “I corpi delle divinità” presenta una serie di immagini di divinità ed esseri del pantheon maya pre-ispanico.

Le manipolazioni rituali sul corpo, tanto a carattere temporaneo, acconciature e pitture in occasione di particolari festività, quanto a carattere permanente, scarificazioni e foratura di orecchie, naso e labbra, sono sempre elementi visibili di identità culturale e di appartenenza sociale in tutte le civiltà tradizionali; ciò vale in modo particolare per i Maya, che avevano uno spiccato senso per la bellezza. Lo stesso abbigliamento rappresentava un vero e proprio linguaggio, indicativo dello status sociale; i motivi decorativi degli indumenti avevano un valore simbolico importante, come pure il copricapo che poteva includere elementi iconografici legati alla stirpe di appartenenza oppure a divinità di riferimento.

Adolescente di Cumpich.
Molti sono i riferimenti al mondo animale, nell’abbigliamento, negli elementi architettonici e decorativi, nei nomi delle persone e nella configurazione dei glifi. I Maya hanno rappresentato i loro animali prediletti sia nella loro forma naturale, sia come esseri soprannaturali con cui avevano una costante interazione. Simboli di forze naturale, manifestazioni di energie divine, gli animali erano dei medium tra gli uomini e gli dèi che popolavano il loro pantheon , allo stesso tempo maschili e femminili, giovani e vecchie, animali e umane, creative e distruttive, come la natura stessa a cui si ispirano.

Il visitatore potrà di ammirare straordinari capolavori come il Portastendardi, pregiata scultura risalente all’XI secolo realizzata da un maestro di Chichen Itza (complesso archeologico a nord della penisola dello Yucatan, inserito nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno) del Periodo Postclassico; la Testa raffigurante Pakal il Grande che visse dal 603 al 683 dopo Cristo e fu il più importante re di Palenque (oggi tra i più importanti siti archeologici maya situato nello stato messicano del Chiapas); la Maschera a mosaico di giad raffigurante un re divinizzato tipico esempio di maschera funeraria, fondamentale per il defunto per raggiungere il mondo sotterraneo; e infine come l’Adolescente di Cumpich, imponente scultura risalente al periodo tardo classico ritrovata nel sito archeologico di Cumpich.

Maya. Il linguaggio della bellezza.
Verona, Palazzo della Gran Guardia, 8 ottobre 2016 - 5 marzo 2017.
Curata da Karina Romero Blanco, con l'intervento dell’INAH, Instituto Nacional de Antropología e Historia de México, la mostra è promossa dal Comune di Verona con il supporto di Arena Museo Opera (AMO), ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice.
Sito dedicato: www.mayaverona.it

Tavola dei 96 glifi