lunedì 14 novembre 2016

Natura in Scena

Personale di Costanza Alvarez De Castro allo Spazio Makemake di Roma.

di Giancarlo Arientoli

Melagrana, 2015, cm 50 x 50.
Olio e pastelli a olio su tela.
Il frutto del melograno ha colpito l’immaginazione di molti popoli fin dall'antichità, stimolando miti e racconti che si sono con il tempo sedimentati in una ricca simbologia, patrimonio di più culture, l’ebraica, la greca, l’araba, l’indiana, la cristiana. Simbolo di fertilità e dunque di vita, ma anche di morte e dunque di rinascita, rappresenta bene quel ciclo dell’eterno ritorno che caratterizza la natura, i suoi frutti e le sue creature. 
Rappresenta anche, meglio di qualsiasi altro soggetto, la mostra Natura in Scena, che propone al pubblico la più recente produzione della giovane artista Costanza Alvarez De Castro, per la cura di Giovanni Argan, presso lo Spazio Makemake di Roma fino al 17 novembre. Una mostra con un progetto allestitivo semplice, al contempo accattivante, che pone il visitatore in contatto "fisico" con le opere esposte, quasi ad invitarlo a prendervi parte.

domenica 13 novembre 2016

Monet profeta dell'informale

Alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo

di Renato Sales

Claude Monet a Giverny
davanti allo stagno delle ninfee, 1905
"Le Ninfee" sono un ciclo di 250 dipinti eseguiti da Monet nel giardino della sua casa a Giverny, sulla Senna, negli ultimi trent’anni. Molte di queste opere furono create nonostante fosse stato colpito da cataratta. 
Monet è un pittore “seriale”, nel senso che per rincorrere un soggetto, magari mutevole come l’atmosfera, dipinge con grande rapidità su tele diverse e contemporaneamente. Guy de Maupassant così lo descrive: ”Una volta – racconta lo scrittore - prese tra le mani un temporale che batteva sul mare e lo gettò sulla tela, e quella che aveva così dipinto era proprio la pioggia”. Ancora. Nel ritrarre la Cattedrale di Rouen, Monet comincia una tela al primo mattino e, man mano che la luce varia e l’immagine si modifica, passa alla tela accanto, fino a riprodurre a fine giornata lo stesso soggetto in momenti e tonalità di colore diversi. Produce così alcune “serie” di quadri che raffigurano, oltre alla cattedrale, pioppi, pagliai e, appunto, le ninfee. 
Queste ultime ossessioni, provenienti dagli Stati Uniti, sono ora esposte alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, nel parmense, con il titolo “Quelle ninfee che anticiparono l'Informale”.

venerdì 4 novembre 2016

Picasso images

Le opere, l'artista, il personaggio all'Ara Pacis di Roma.

di Nicolina Bianchi

Picasso images. Le opere, l’artista, il personaggio è la mostra ospitata a Roma fino al 19 febbraio 2017 presso il Museo dell’Ara Pacis. Curata da Violette Andres e Anne de Mondenard, la Rassegna riesce a delineare attraverso esclusive immagini fotografiche il vissuto intimo ed artistico di una figura tra le più emblematiche e significative dell’arte del ‘900. Spirito innovatore e indipendente, sempre avverso a convenzioni o pregiudizi, Picasso che ha considerato ogni sua opera “non un punto d’arrivo ma un evento fortunato, un tentativo”, ha da sempre amato afferrare ogni possibilità di scoprire realtà che segnassero la sua evoluzione creativa con mezzi sempre nuovi e diversificati. La fotografia è stato uno dei mezzi privilegiati per approfondire la conoscenza di un mondo circostante ma anche di un mondo interiore ancor più profondo ed intrigante.
Le fotografie, circa duecento, rappresentano l’importante nucleo della mostra che accoglie anche una notevole selezione di opere grafiche, sculture e dipinti dell Musée national Picasso-Paris.

venerdì 21 ottobre 2016

Colori e ritmi di Stefania Cecchetti

Una importante performance di un nuovo percorso creativo.

di Manuela E. Ottaviani

Sabbia sommersa, 2016
Una intensa sinfonia di colori si sprigiona dalle opere di Stefania Cecchetti ed invade il raffinato spazio espositivo dell’Arte Borgo Gallery creando un percorso sensoriale dove vivaci armonie si rincorrono dando vita ad una perfetta melodia visiva. ll rosso intenso cattura immediatamente lo sguardo e si imprime nella mente, un ritmo veloce ed aggressivo appena mitigato dalla dolcezza di chiare fessure bianche aperte sull'infinito. Più solare la musica nelle tele dove la nota dominante è il giallo, il ritmo brillante fa espandere la mente mentre seguiamo in modo naturale il percorso suggerito con discrezione da luminosi fasci di luce. 
Andare verso gli abissi o salire verso altezze sconosciute dipende solo da noi, l’artista ci lascia liberi di scegliere ed aggiunge qualche nota di nero per limitare tutta quella luce e creare un delicato equilibrio di consonanza pittorica ed emozionale.

lunedì 17 ottobre 2016

Il paesaggio interiore secondo Hopper

Al Complesso del Vittoriano la mostra del grande artista americano.

di Renato Sales

Self Portrait (1903 -1906)
Olio su tela cm 65,9 x 56,2
Whitney Museum, New York
La domanda che ci si pone di fronte alle opere di Edward Hopper è se la sua produzione artistica sia pittura d’espressione o pittura d’evasione: di sicuro, chiunque ne osservi un dipinto lo fa con l’intento di evadere dalla propria personale realtà. Si può anche discutere sulla qualità del sogno indotto, ma la catarsi che innesca è necessaria e funzionale: ogni uomo ha bisogno di fuggire dal ritmo mortale dei suoi pensieri e tutto ciò che dà piacere (che sia un saggio di Benedetto Croce o un pamphlet di Walter Lippmann), se dà piacere, costituisce evasione. Hopper non è da meno.
Al geniale pittore statunitense, Roma dedica una grande esposizione nell’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano. In mostra, fino al 12 febbraio 2017, sessanta capolavori realizzati tra il 1902 e il 1960 suddivisi in sei sezioni, che raccolgono ritratti, paesaggi, disegni preparatori, incisioni, oli e acquerelli.
Il tema della solitudine è il filo rosso dell’intero suo universo espressivo ed è anche per così dire il walking bass di questa ben congegnata, singolarmente suggestiva, retrospettiva romana.