giovedì 23 febbraio 2017

Leonardo e il suo Codice

Oltre la storia e il mito, a Roma, Musei Capitolini.

di Nicolina Bianchi

Locandina
Leonardo, con i suoi studi, le sue ricerche, i suoi disegni, le sue essenziali esperienze che hanno precorso e anticipato tutte le moderne logiche del volo e che ci permettono oggi di sorvolare il mondo osservando dall'alto le infinite meraviglie del nostro pianeta, arriva a Roma, ai Musei Capitolini, con una interessante Mostra dedicata al suo Codice del volo degli uccelli
Un intrigante percorso espositivo propone per la prima volta nella Capitale, dal 21 gennaio al 17 aprile, l’originale dell’antico manoscritto che raccoglie il compendio di tutte le sue intuizioni elaborate sull'argomento.

Custodito nella Biblioteca Reale di Torino sin dal 1893, il Codice è un quaderno in cui Leonardo ha scritto, disegnato, illustrato tutti i suoi studi sul volo degli uccelli che era solito osservare quasi ogni giorno, con grande attenzione e ne elaborava una vera e propria teoria grazie alla quale  riuscì a progettare le sue famose macchine volanti. Era, la sua, una rigorosa analisi del volo degli uccelli, una puntuale e scientifica elaborazione di progetti, di appunti, di disegni anche sulla loro fisionomia, sulla resistenza e sulle correnti dell’aria... “Poiché - scriveva - l’ali son più veloci a premer l’aria che l’aria a sfuggire da sotto le ali l’aria si condensa e fa salire l’uccello al moto contrario al moto delle ali”...

Il Codice del volo degli uccelli
Il manoscritto, (18 carte e due copertine, numerose osservazioni sul volo degli uccelli, sui volatili, soprattutto sul nibbio, il più osservato, spiegazioni su come coniare medaglie e preparare colori, accurati disegni, figure geometriche, disegni meccanici e architettonici, sette disegni in sanguigna con figure vegetali e umane) è esposto in un clima box realizzato appositamente per mantenere il corretto livello di umidità relativa che consente comunque ai visitatori di ammirarlo integralmente.
Ad intrigare ancor più l’osservatore nuove tecnologie multimediali touchscreen che permettono di sfogliare virtualmente, di navigare in alta risoluzione e di leggere grazie alla trascrizione in italiano e in inglese, il preziosissimo manoscritto.

Il lavoro di Leonardo - ha spiegato l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea Roberto Vittori, in collegamento durante la conferenza stampa - è un intreccio di scienza arte e immaginazione, tre ingredienti che guidano anche l’avventura spaziale, una prosecuzione del suo lavoro. Non a caso una copia digitale è su Marte, a bordo del rover Curiosity”. E proprio lo Spazio chiude simbolicamente la mostra: con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana è stato allestito uno spazio all'interno della mostra che idealmente collega il Codice all'esplorazione spaziale attraverso le immagini e il modello di ExoMars, il rover europeo che raggiungerà Marte nel 2020.

Ed ancora ad accompagnare il percorso contenuti multimediali appositamente realizzati per l’allestimento, Sky 3D con una suggestiva sequenza di immagini tridimensionali dal documentario Alla conquista dei cieli di David Attenborough interamente dedicato al volo. Immagini che permettono una percezione “immersiva” dei prototipi realizzati da Leonardo messi a disposizione del pubblico dall’Istituto TeCIP della Scuola Universitaria Superiore sant'Anna di Pisa, partnership nell'organizzazione dell’evento.

Il Sovrintendente Claudio Presicce
La grande intuizione del valore del metodo scientifico fondato sulla sperimentazione, afferma Claudio Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, è ben evidente negli appunti e disegni del Maestro giunti fino a noi e testimoniano l’importanza che egli prestava all'osservazione empirica della natura e il rigore delle sue numerose indagini pratiche. Quando il sommo artista e scienziato si getta nel grande sogno di dare ali all'uomo studiando perché, e come, l’uccello vola, scopre il primo principio della meccanica. Che a ogni azione cioè, corrisponde una reazione uguale e contraria: “Tanta forza si fa con la cosa incontro all'aria, quanto l’aria contro la cosa”. Così, per studiare la resistenza dell’aria Leonardo costruisce un’ala battente che lo porterà a una delle prime applicazioni di questa intuizione: il famoso progetto di paracadute risalente al 1485 circa, costituito da una struttura rigida di forma piramidale, 7,20 m di base per 7,20 m d'altezza, rivestita di tela di lino inamidata, per renderla compatta e impermeabile all'aria. 

La mostra, notevole interesse culturale e di grande impatto emozionale, con la curatela di Giovanni Saccani e Claudio Giorgione, nasce da un’idea dell’Associazione Culturale MetaMorfosi che ne ha curato l’organizzazione con Zétema Progetto Cultura; è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.