di Renato Sales
Mostra Bellotto e Canaletto |
La mostra “Bellotto e Canaletto. Lo stupore della luce”, che il museo di Piazza Scala, a Milano, dedica ad Antonio Canal, il Canaletto, e a suo nipote Bernardo Bellotto, si propone per lo meno tre obiettivi. Presentare, per la prima volta, quasi un terzo dei capolavori di Bellotto, altrimenti conservati in istituzioni o in collezioni private disperse nei più disparati angoli della terra. Delineare il “vedutismo veneziano”, che tanto caratterizzò il Settecento. Illustrare le ragioni che fecero di Bellotto e Canaletto i massimi esponenti di quella corrente d’avanguardia. In che modo? Attraverso “lo stupore e la luce”.
La luce, innanzitutto. Bellotto transita dai toni freddi, azzurro tenue, grigioverdi, verdi freschi delle prime opere, sature di una luce vitrea e malinconica, con un taglio pittorico più incline alla narrazione della vita quotidiana, alla serie di Vedute di Dresda e di Pirna, eseguita per Augusto III, nella quale il colore del cielo, della pietra, dei tetti, delle cose, è rappresentato con piccole “macchie” agili e veloci, animate da toni rossi e rosso-bruni accesi. La luce della luna, in forte contrasto con le ombre, invade gli ambienti.