tag:blogger.com,1999:blog-61000963091583887242024-02-19T04:39:17.769+01:00SEGNI D'ARTESEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comBlogger27125tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-34339277581276600612020-11-16T20:57:00.026+01:002020-11-17T15:30:05.386+01:00Ciao Ma Lin<p><b>Amico e Maestro d’Arte e di vita!</b></p><p>di Nicolina Bianchi </p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQQkgF50mR50gtdz-_0iwglDFH_wsManz77h6PZ7OOPpwVrIHCSueG_G2tC23oZMMpl8K2QH6YPNZdLYChNxKre9QkhZ81lt7JQDZluKeXnZGzjqAOXlKOQeixIx8SRYUh2rmocYI3Fac/s2048/MaLin.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQQkgF50mR50gtdz-_0iwglDFH_wsManz77h6PZ7OOPpwVrIHCSueG_G2tC23oZMMpl8K2QH6YPNZdLYChNxKre9QkhZ81lt7JQDZluKeXnZGzjqAOXlKOQeixIx8SRYUh2rmocYI3Fac/s320/MaLin.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ma Lin<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p style="text-align: justify;">Anche se la temevo, la notizia della scomparsa del Maestro, dell’amico Ma Lin, mi ha lasciata disorientata e interdetta, quasi impedendomi di fare o dire alcuna cosa nell’immediato. Ora sta a noi ricordare l'UOMO e non dimenticare il PITTORE e la profonda passione per l’Arte che lo accompagnava. Ma Lin ha rappresentato da sempre una testimonianza forte, di passione profonda per l’arte e di amore dolcissimo per le persone, dai profondi affetti familiari, sua moglie Susanna e sua figlia Angela, a quelli per gli amici più cari, del suo mondo lavorativo, critici, artisti, Direttori di Accademie, poeti, ma anche per quelle persone incontrate per caso o per poco.</p><p style="text-align: justify;">Questa “identità” creativa ed umana l’ha accompagnato dagli esordi del suo operare nell’arte, come pittore e come attivo operatore culturale, e da sempre lo ha evidenziato come asse di connessione tra Oriente e Occidente. I suoi studi d’arte iniziati presso l’Accademia d’Arte di Wuhan – Hubei, si sono poi, non a caso perfezionati in Italia, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, con il maestro Concetto Pozzati. Il suo impegno nell’arte lo ha subito indirizzato al cambiamento della percezione dell'arte stessa, e in modo diretto e in ogni occasione, sugli aspetti che la connotano come linguaggio e, dunque, come comunicazione tra le parti, tra est e ovest, tra presente e passato, e proprio il suo interrogarsi continuamente sulle proposte del passato lo hanno portato a concretizzare una loro attualizzazione e innovazione.</p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAxHDSFMNGPMGaTbO9i4vIdbEQfi71emOfUs5_c32tDIWhjPv6PE3sHL-UA5R8M5V4DQIhgdndP2keUBx7GU2RNteNIbq7CR2ngjS9hy4NTqOM_yhzmEHy0PXNX_FJUodlIE3l-VV4IF4/s1024/Comunicare%252C+2019%252C+acrilico+su+tavola.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="752" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAxHDSFMNGPMGaTbO9i4vIdbEQfi71emOfUs5_c32tDIWhjPv6PE3sHL-UA5R8M5V4DQIhgdndP2keUBx7GU2RNteNIbq7CR2ngjS9hy4NTqOM_yhzmEHy0PXNX_FJUodlIE3l-VV4IF4/s320/Comunicare%252C+2019%252C+acrilico+su+tavola.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Comunicare, 2019, acrilico su tavola.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">Resteranno con noi per sempre quelle “installazioni su tavola”, così ricche della sua forza pittorica, della sua voglia di comunicare, di coniugare classicità ed avanguardia, di unire popoli e costumi, di intrecciare ideali e culture lo hanno portato a concretizzare una loro attualizzazione e innovazione. Un esperimento riuscito con successo e confermato, non solo dai suoi più recenti lavori, ma anche dalle occasioni di grandi rassegne internazionali, di cui è sempre stato attiva e preziosa presenza come promotore ed anche come apprezzato espositore. E tutto questo ha contribuito a sottolineare il suo desiderio di continui scambi intellettuali e formativi che ha da sempre desiderato non soltanto mantenere, ma anzi rafforzare, tra l’Italia, l’Europa, l’Occidente… e il suo Paese d’origine, la Cina. </div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Nei suoi tanti anni di collaborazione con me e con la mia Associazione Culturale SEGNI D’ARTE, da cui è nata una solida amicizia consolidata da reciproca stima ed affetto, Ma Lin ha introdotto sia nei Programmi dell’Associazione che nel concept dell’omonima rivista, la propria personale prospettiva. </span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9FePxVSwHLsHRgQ7Zv3Nzzk8YT8pZpzG7JaWCP9_7AHWJvanUtm6MUxB2H6nzwf5DCDHB_l0EZ0wVVQx3CWkqbRM3TuKAz1LlhJngp_UKrOzNua9AirLSLLdplhx95bLcTDlGgC_4_r8/s2048/Dialoghi+2014+installazione+%2528Particolare%2529.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1165" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9FePxVSwHLsHRgQ7Zv3Nzzk8YT8pZpzG7JaWCP9_7AHWJvanUtm6MUxB2H6nzwf5DCDHB_l0EZ0wVVQx3CWkqbRM3TuKAz1LlhJngp_UKrOzNua9AirLSLLdplhx95bLcTDlGgC_4_r8/w228-h400/Dialoghi+2014+installazione+%2528Particolare%2529.jpg" width="228" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dialoghi, 2014, installazione (particolare).</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">L’arte la fa l’artista e la sua conseguente inevitabile sequenza di interpretazioni, pensieri, riflessioni. E il suo approccio, diciamo così, teorico all’arte stessa, non è mai stato avvertito come distaccato dalla pratica, ma come rapporto che lo ha spinto alla continua indagine per la formulazione della propria personale risposta all'eterna domanda: Che cos'è l'Arte?</div><div><div style="text-align: justify;">Ma Lin a questa domanda ha sempre cercato di rispondere attraverso i suoi continui viaggi. Viaggiava ininterrottamente per l’Italia e per il mondo come a cercare un “punto fermo” alle sue incessanti ricerche che lo portavano ad esplorare, a muoversi, a girare, ad arricchirsi di cultura, d’arte, di umanità, come in una sorta di loop dantesco. Ma poi conoscendolo più attentamente… ci si accorgeva che quel “punto fermo” lui non l’ha mai voluto trovare. Avrebbe messo fine alla sua curiosità di uomo. Soprattutto di artista!</div></div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi viene in mente una riflessione “Si naviga per incontrare isole sconosciute… per scoprire ed apprendere cose nuove e importanti… poi la vita ci dirotta verso altre spiagge: basta un colpo di vento e le vele si piegano, le onde salgono e la barca naufraga e si incaglia… portandosi via l’eterno navigatore”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A noi piace essere convinti che la vita di Ma Lin, di questo “eterno navigatore”, sia stata una continua e gratificante scoperta. E, su tutto, la scoperta del mistero del corpo. Si è spesso portati a credere al proprio corpo come uno strumento per amare, per correre, per mangiare. Si pensa al corpo con affetto “padronale”. Si ragiona sui sentimenti, sull’anima, sull’astratto e sul loro mistero… Mai però sulla misteriosità del corpo. Invece nel corpo, come nei sentimenti, c’è mistero. E lui, questo mistero lo voleva scoprire attraverso la sua pittura. Dipingeva, volti, braccia robuste e vigorose, pronte ad abbracciare, ma anche a lavorare e a lottare; dipingeva mani e affermava - dipingo mani come fossero parole di un continuo dialogo. Dipingo mani per comunicare, per chiedere, per discutere. Per sentirmi libero! - Dipingeva corpi, che spesso “svuotava”, quasi a volerne a forza scoprire i segreti, e un attimo dopo li riempiva delle sue invenzioni materiche, di colori, di infinita passione. </div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZU3bvITC_UAGdpz-pJHzZiuzTPO3MJoGWhoBNSphzOfbQaIvSjKuQ3fQkxbMraruGbWgwuepPiRZbJ4TnP2K2R0J1SBtPeSGDkkz9QUm1YKETzfpQEX3Ox1haoYhiKCdYJy-TsWFuhYQ/s1600/2020%252C+ultimo+suo+dipinto.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZU3bvITC_UAGdpz-pJHzZiuzTPO3MJoGWhoBNSphzOfbQaIvSjKuQ3fQkxbMraruGbWgwuepPiRZbJ4TnP2K2R0J1SBtPeSGDkkz9QUm1YKETzfpQEX3Ox1haoYhiKCdYJy-TsWFuhYQ/s320/2020%252C+ultimo+suo+dipinto.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">2020, ultimo suo dipinto.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">Ma dentro di noi c’è fisicamente qualcosa che non si riesce mai a conoscere fino in fondo; qualcosa che non si misura e non si pesa. Ecco il mistero!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma Lin credo avesse intuito che il nostro corpo ha un mistero, una sua anima, e quando questo nostro corpo è ferito, il mistero lo aiuta e lo nobilita. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La grande certezza che ci rasserena è che oggi il Maestro Ma Lin figura tra coloro che i grandi mutamenti e i passaggi evolutivi li hanno creati, diretti e sempre, e comunque vissuti in prima persona. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dell’Uomo Ma Lin rimarranno per sempre la memoria, l’affetto, il ricordo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div>Del Maestro Ma Lin rimarranno le sue opere e la sua lezione più importante: pensare spesso al grande mistero dell’Arte! Al grande mistero del Vivere!</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5QHTig2me86ILliewywNC59BmLAudv2j8CKkEJVM0CHj-hDEEGCO8SZrwt9RmcKIso9fhXO274KA93occ5imkp4oyjVM_kvresaE0ONCJ7XfprUKKiXLolLRehGfvANiUFd1X9dsPjvE/s1600/Canton%252C+2012%252C+Ma+Lin+con+il+Maestro+Sandro+Trotti%252C+Ambasciatore+dell%2527arte+italiana+in+Cina%252C+suo+primo+Mentore++++.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5QHTig2me86ILliewywNC59BmLAudv2j8CKkEJVM0CHj-hDEEGCO8SZrwt9RmcKIso9fhXO274KA93occ5imkp4oyjVM_kvresaE0ONCJ7XfprUKKiXLolLRehGfvANiUFd1X9dsPjvE/w480-h640/Canton%252C+2012%252C+Ma+Lin+con+il+Maestro+Sandro+Trotti%252C+Ambasciatore+dell%2527arte+italiana+in+Cina%252C+suo+primo+Mentore++++.jpg" width="480" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br />Canton, 2012, Ma Lin con il Maestro Sandro Trotti, Ambasciatore dell'arte italiana in Cina.<br /><br /><br /><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPzb3t8G9DfkkQLHhholis6ZckQdJXSimul5Ss64TJD5ZTMlAi-SOyiVJXqJnSifaYqqGgddtYAK-KlEKGwkSTZdc4ztQo3Tp8yPnzAq4wutAoxRXcy0k14vC7CZOjFbMCWNsL7WmTBoc/s2048/MaLin+e+colleghi.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPzb3t8G9DfkkQLHhholis6ZckQdJXSimul5Ss64TJD5ZTMlAi-SOyiVJXqJnSifaYqqGgddtYAK-KlEKGwkSTZdc4ztQo3Tp8yPnzAq4wutAoxRXcy0k14vC7CZOjFbMCWNsL7WmTBoc/w640-h480/MaLin+e+colleghi.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br />Ma Lin ad Hangzhou (Cina) visita il Quan Shanshi Art Center, in occasione dell’inaugurazione della Rassegna “Risonanza Cinese”. <br />Nella foto: Ma Lin con i curatori della Mostra (allestita poi nell’estate dello stesso anno presso il Vittoriano di Roma), il critico d’arte Nicolina Bianchi e Zhang Zuying, S.G. e ricercatore dell'Istituto di Pittura a Olio dell’Accademia Nazionale Cinese. Accanto a lui altri maestri e docenti d'accademia, tra gli altri Quan Shanshi, Zhan Jianjun, Chao Ge.</td></tr></tbody></table><div><br /><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.496365513.592549663821153 -22.6598845 70.213017336178837 47.652615499999996tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-78690703257665672862018-10-01T14:18:00.001+02:002018-10-01T14:18:05.661+02:00La condizione umana negli scatti di SchiratoLa mostra “<b>Terra Mala</b>” ospite degli stabilimenti di Guna farmaceutici a Milano.<br />
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di Renato Sales<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPC4Llo7Q-yyq65FA9K0w4LRcTOJPgBrBL1u3v7J0VGvSULpgIusYeRZ9O91jpD1zHK8ZYSSpYpsxDV7I9KVza5Jcsj-tJu-U-92TqVmFKncLt1TOhhoFHEHc2DHMyHjEmioqEP8zyPPU/s1600/e4f2a-TERRAMALA003.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="1200" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPC4Llo7Q-yyq65FA9K0w4LRcTOJPgBrBL1u3v7J0VGvSULpgIusYeRZ9O91jpD1zHK8ZYSSpYpsxDV7I9KVza5Jcsj-tJu-U-92TqVmFKncLt1TOhhoFHEHc2DHMyHjEmioqEP8zyPPU/s400/e4f2a-TERRAMALA003.jpg" width="400" /></a></div>
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Può sembrare un giudizio frettoloso, ma dalle foto del bolognese Stefano Schirato s’intuisce un’indole tormentata e difficile, una personalità complessa e contraddittoria, incline alla dialettica e alla ribellione. Anche le sue teorie sulla fotografia sono un riflesso della sua forza polemica. Schirato della fotografia dice che “… non è interessante la macchina fotografica che si possiede, ma il pensiero che la muove. Fotografo per maturare delle idee - chiarisce - per vivere altre vite, per prendere posizione”. </div>
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Una volta il critico francese Roland Barthes ebbe a dire: “Ciò che la fotografia riproduce all'infinito ha avuto luogo solo una volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai ripetersi esistenzialmente”. Intendeva dire che una foto fissa, in un breve segmento di pellicola, in una manciata di pixel, una sensazione, uno stato d’animo, che non potranno mai più espandersi liberamente. Anche se potrà apparire presuntuoso, ma non siamo d’accordo!</div>
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La mostra “Terra Mala” di Stefano Schirato, che dal 2 ottobre al 23 dicembre la Guna, azienda farmaceutica italiana che dal 1983 sviluppa proposte terapeutiche d’avanguardia, ha allestito presso la sua sede di Via Palmanova 69 a Milano, sta lì a testimoniarlo. </div>
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La società, leader nazionale nella medicina dei bassi dosaggi, da parecchi anni in occasione del 2 ottobre, ricorrenza della Giornata Internazionale della Nonviolenza indetta dall'ONU, organizza varie iniziative sociali. Quest’anno ha invitato il fotoreporter di fama internazionale Stefano Schirato per incontrare i dipendenti ai quali presenterà una selezione dei suoi scatti migliori sul dramma della terra dei fuochi.</div>
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“Il progetto del libro Terra Mala, l’impattante volume che raccoglie le immagini esposte nella mostra, ha catturato da subito la nostra attenzione - ha commentato Alessandro Pizzoccaro, Presidente del CdA di GUNA – sia per la genuina passione che traspare evidente dall’impegno di Stefano, sia per la reale consonanza tra i valori che improntano il DNA di GUNA e il messaggio veicolato dal volume, contro le ecomafie e a difesa del diritto all’equilibrio psico-fisico degli esseri umani. La sintonia tra il lavoro di Schirato e GUNA è tale che abbiamo deciso di organizzare questa mostra con alcuni tra i suoi migliori scatti all’interno del nostro stabilimento di Via Palmanova a Milano – ha concluso Pizzoccaro. “Mostra il cui ingresso è gratuito per qualunque cittadino, così da garantire la massima diffusione di questo importante messaggio sociale”.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRwhTaEKjhyphenhyphenJHl7lXWGTHgtEiShj_Y85dIWl7k5J2aNXGI-M0ijIf_BuaoILVtTiOML71P6E2kD5qY-vplu_d6p1hNlALtoBhGk_4YK0IN2Lfyq5RssUvowXDqRC-JkmrubAQKWrBH0RU/s1600/555ff-TERRAMALA015.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="1200" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRwhTaEKjhyphenhyphenJHl7lXWGTHgtEiShj_Y85dIWl7k5J2aNXGI-M0ijIf_BuaoILVtTiOML71P6E2kD5qY-vplu_d6p1hNlALtoBhGk_4YK0IN2Lfyq5RssUvowXDqRC-JkmrubAQKWrBH0RU/s400/555ff-TERRAMALA015.jpg" width="400" /></a></div>
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L’esposizione presenta 25 fotografie scelte con criteri spazio-temporali e per assonanza di soggetti e di emozioni. Ma la mostra è soprattutto la narrazione di come un uomo “armato” solo di un aggeggio tecnologicamente avanzato sia in grado di catturare “la condizione umana”. Lo sforzo, cioè, di dare una risposta al problema del senso della vita. Non a caso una buona parte delle immagini sono di persone. Perché Schirato fotografa le persone là dove si trovano, non ha paura di scendere nel “basso”, di toccare il bene e il male contenuto nella poderosa povertà, nella disillusione, nell’angoscia, nello sgomento della gente; meglio, delle persone; meglio ancora, delle anime delle persone, che cattura con il suo attrezzo elettronico tecnologicamente avanzato.</div>
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“Il lavoro sulla terra dei fuochi – spiega il noto fotoreporter - consta in realtà di due filoni, che si intrecciano e si separano continuamente. Da un lato c’è il racconto di una terra martoriata da un inquinamento di origine dolosa e malavitosa, che sta condannando a morte chi lì vive. Dall'altra, ci sono proprio gli abitanti: bambini morti di tumore e madri inconsolabili ma coraggiose, che manifestano e lottano senza tregua contro questo massacro; ci sono i malati, che combattono quotidianamente per la loro vita; artisti che mettono il proprio talento al servizio della causa; giovani che hanno visto morire i loro genitori e chiedono a gran voce un futuro diverso. Tutti accomunati da un attaccamento alle proprie origini così radicato che, se domandi loro perché non si trasferiscono altrove, puoi sentirti dare una risposta che suona come “E dove devo andare?”.</div>
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Insomma, per Schirato, come per Guna, sebbene in ambiti diversi, al centro delle loro attenzioni vi è sempre l’essere umano nelle mille forme della sua condizione.</div>
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L’artista collabora con diverse riviste, associazioni e ONG (Emergency, Caritas Internationalis, ICMC ecc.) con le quali ha partecipato a progetti sui diritti umani, sull'emergenza dei rifugiati e sull'immigrazione clandestina. Il suo lavoro è stato pubblicato dal New York Times, CNN, Newsweek Japan, Vanity Fair, Al Jazeera, Le Figaro, Geo International, Burn Magazine, National Geographic. Ha diversi progetti in corso in Europa dell’Est e in Africa e negli ultimi 4 anni ha portato avanti una ricerca sull'inquinamento e la corruzione nel sud Italia. </div>
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La mostra è gratuita ed è aperta al pubblico dal 2 ottobre al 23 dicembre, su appuntamento, nella fascia oraria 08:30 – 17:00, chiamando lo 02 280181 oppure scrivendo ad a.zaghini@guna.it</div>
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<br />SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comMilano MI, Italia45.4642035 9.189981999999986345.2860135 8.8672584999999859 45.642393500000004 9.5127054999999867tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-9236901455462249732018-07-10T11:18:00.001+02:002018-07-10T11:18:52.530+02:00Risonanza CineseDal Comunicato stampa di Arthemisia.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuPn3ThvroZslUCuIvXedr-mH7ZLJ2TF5OJ9GvVp-DGMtxIaXlD86woX3DREZ2ThqESmYlbr_TSU1TusCpB72S_ibwCMjiRgp3uOUS034Ys4vf2NR63LZ9qC_Lw4S-AefC2fw5joI2_fE/s1600/QJ8KFeCQ.jpeg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1466" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuPn3ThvroZslUCuIvXedr-mH7ZLJ2TF5OJ9GvVp-DGMtxIaXlD86woX3DREZ2ThqESmYlbr_TSU1TusCpB72S_ibwCMjiRgp3uOUS034Ys4vf2NR63LZ9qC_Lw4S-AefC2fw5joI2_fE/s320/QJ8KFeCQ.jpeg.jpg" width="260" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quan Shanshi - Ayiguli, giovane donna tagika <br style="font-size: 12.8px;" /><span style="font-size: 12.8px;">splendidamente agghindata, 2007 </span><br style="font-size: 12.8px;" /><span style="font-size: 12.8px;">Olio su tela, cm 102 x 84</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
In prima assoluta a Roma i grandi capolavori della pittura a olio cinese: oltre 150 opere e 62 artisti raccontano la vita e lo spirito della tradizione pittorica cinese contemporanea. </div>
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Dal 19 luglio al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini va in scena <b>Risonanza Cinese</b>, la più importante e ricca mostra di pittura a olio cinese mai allestita a Roma. </div>
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Il Vittoriano torna a ospitare un evento che porta per la prima volta nella Capitale i più rappresentativi maestri cinesi del ‘900, sulla base del rapporto consolidato tra Arthemisia e l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e dopo il grande successo ottenuto nel 2017 dalle rassegne dedicate all’arte contemporanea cinese come la collettiva “Arte e Pace. L'arte contemporanea cinese” e le monografiche “Epos. La lirica della luce” di Chao Ge, “The timeless dance. Beyond the mountains” di Mao Jianhua e “The eternal melody of chubby lady” di Xu Hong Fei. </div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggssgt7W6qxueLBntvMeAQwNXv8r7m4CLVldY-4slFj17OuuVSfGdH40KhHr_Ckdu8dAgInt7v8aoeq6Rrg1r4cSK13IWxApV6uw41-vPAPA2g5s9sevwpOFw1y4lzeQzs1CB-OjqZGhk/s1600/z31im3Pg.jpeg.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1084" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggssgt7W6qxueLBntvMeAQwNXv8r7m4CLVldY-4slFj17OuuVSfGdH40KhHr_Ckdu8dAgInt7v8aoeq6Rrg1r4cSK13IWxApV6uw41-vPAPA2g5s9sevwpOFw1y4lzeQzs1CB-OjqZGhk/s400/z31im3Pg.jpeg.jpg" width="270" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Zhong Han - Acque del fiume e libri <span style="font-size: 12.8px;">di pietra, 2004 </span><br style="font-size: 12.8px;" /><span style="font-size: 12.8px;">Pittura ad olio e materiale vario, cm 190 x 130</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Dopo il grande successo di pubblico di Parigi al Palais Brongniart e in Cina presso il Museo dell’Accademia di Belle Arti di Cina (Hangzhou), con oltre 150 opere e 62 diversi artisti, la mostra Risonanza cinese - curata dallo storico dell'arte e saggista Claudio Strinati, dal critico d'arte editore e direttore di Segni d’Arte Nicolina Bianchi e da Zhang Zuying, Direttore dell'Istituto di Pittura a olio dell'Accademia Nazionale cinese di Pittura - offre una panoramica completa sulla pittura a olio contemporanea cinese e sulla sua progressiva evoluzione, favorita anche grazie alla decisa azione riformatrice e strutturale che ha visto la Cina protagonista negli ultimi 30 anni. </div>
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<br /></div>
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Il percorso espositivo, contraddistinto da una sequenza interrotta da capolavori assoluti, oltre che specchio di una civiltà in continuo fermento, simboleggia il tracciato vivido di profondi cambiamenti sociali e culturali che hanno segnato la storia di una Nazione. </div>
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<div style="text-align: justify;">
La mostra Risonanza Cinese con il consenso del Ministero della Cultura della Repubblica Popolare Cinese, con il Patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, della Regione Lazio e di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, è organizzata dall'Accademia Nazionale Cinese di Pittura e dalla Fondazione Letteraria ed Artistica Cinese, realizzata dall'Istituto di Pittura a Olio dell'Accademia Nazionale Cinese di Pittura. </div>
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<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidRFyaWdGKx1LLKRNuhdAVtE0LEwP0B3n7qp_RL0gxmSXci5rYi1rhabRFUSxLH7xRtdTA7utodXUiXUSPMvXRh16ggYtGpM2-YhWe0lZcVLa6oMmI6Vgw2pGRUi44gj2QrMss9YdIrw0/s1600/OqB2UzMA.jpeg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1202" height="319" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidRFyaWdGKx1LLKRNuhdAVtE0LEwP0B3n7qp_RL0gxmSXci5rYi1rhabRFUSxLH7xRtdTA7utodXUiXUSPMvXRh16ggYtGpM2-YhWe0lZcVLa6oMmI6Vgw2pGRUi44gj2QrMss9YdIrw0/s320/OqB2UzMA.jpeg.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Wen Lipeng - Sinfonia blu, bianca e nera, 2007 <br />Olio su tela, cm 140 x 140</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
L’esposizione gode del supporto accademico dell’Accademia Nazionale di San Luca, dell'Accademia di Belle Arti di Roma e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, con la collaborazione della Casa Editrice Conoscenza Mondiale, della Galleria d’Arte Han Yuchen di Handan, di Comunicazione e Cultura Jiarun Srl di Weihai e di Comunicazione e Cultura Shihua Srl. Gestione e organizzazione Complesso del Vittoriano - Ala Brasini a cura del Gruppo Arthemisia.</div>
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Tutte le info sulla mostra sul sito <a href="http://www.ilvittoriano.com/mostra-risonanza.html">Il Vittoriano</a> </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgao4HOTTJhFbGBH69gmMvn_scweQH7FL41jKJvaPidemsf0ePwt2iQWNFbTTYxlzzt5t-74GC7DDYmKvMxjQ_S-RvaRfsy-jin-uvnhIKmaHNNOAxrCgy31366CUm9ybcd3y_pLmQhYTY/s1600/k_Lsrq6w.jpeg.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1395" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgao4HOTTJhFbGBH69gmMvn_scweQH7FL41jKJvaPidemsf0ePwt2iQWNFbTTYxlzzt5t-74GC7DDYmKvMxjQ_S-RvaRfsy-jin-uvnhIKmaHNNOAxrCgy31366CUm9ybcd3y_pLmQhYTY/s400/k_Lsrq6w.jpeg.jpg" width="343" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Jin Shangyi - Huang Binhong al crepuscolo della sua vita, 1996 <br />Olio su tela, cm 115 x 99</td></tr>
</tbody></table>
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-2237197413982378892018-04-08T11:54:00.000+02:002018-04-08T20:34:17.712+02:00Riflessioni riflessePersonale dell'artista <b>Luciano Sciommari</b> all'Arte Borgo Gallery di Roma.<br />
<br />
di Nicolina Bianchi<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpalgzPQNherKtrSNFd3TPeUiDyh0xHShVfldGMFRWSDeluyrnan8gaTf4GW2m47GRkOL6LX3QiHAtIXj_l3Hdm9f069tK1byGCZL_qomeCPEdxSgcxn8KHzC_gVe7WHC8n5Sif-gjvjg/s1600/Sole+d%2527inverno%252C2017%252C0lio+su+tela%252C40x40cm.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="640" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpalgzPQNherKtrSNFd3TPeUiDyh0xHShVfldGMFRWSDeluyrnan8gaTf4GW2m47GRkOL6LX3QiHAtIXj_l3Hdm9f069tK1byGCZL_qomeCPEdxSgcxn8KHzC_gVe7WHC8n5Sif-gjvjg/s320/Sole+d%2527inverno%252C2017%252C0lio+su+tela%252C40x40cm.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sole d'inverno, 2017, olio su tela, 40x40cm</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Un gioco di parole per consacrare, dopo venti anni di assenza da Roma, la nuova sensibilità pittorica e le più attuali riflessioni creative di Luciano Sciommari, in una attuale ed intrigante esperienza espositiva nella sua città d’origine.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche in queste più recenti opere l’amore per l’arte è espresso con la stessa intensità di sempre, ma il suo saper leggere i colori e nei colori, il suo intendere i diversificati linguaggi di interpretazione creativa hanno oggi per lui un nuovo carattere. Sciommari ha avviato con essi uno scambievole rapporto di pensiero e di più moderno sentire, come una nuova percezione visiva della natura.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
In questo suo mondo, vissuto da molti anni in mezzo alle meraviglie di un paesaggio che forse soltanto la terra d’Umbria o poche altre può regalare, il pittore riesce a vivere come lontano nello spazio e nel tempo, riesce ad isolarsi, ad osservare, a pensare, e poi a tradurre le sue riflessioni in lirici paesaggi di laghi, di fiumi, di ruscelli, di boschi e sentieri. </div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwq4XP4DZ3J8qXsgeMhvVGqO5_I91Cj0cWjiEuP-vjGS33-Zld9nU4IQor6dSqVCOXhShlNxEWVUBXKv_ugg2cjhXQiA9S1ocu3jQi0VlTF4amDgXFaaMUm7tm4v-K7kQR4eSPAz-gAWM/s1600/Riflessi+al+Clitunno-2%252C+2017%252C50x40+cm.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="775" data-original-width="615" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwq4XP4DZ3J8qXsgeMhvVGqO5_I91Cj0cWjiEuP-vjGS33-Zld9nU4IQor6dSqVCOXhShlNxEWVUBXKv_ugg2cjhXQiA9S1ocu3jQi0VlTF4amDgXFaaMUm7tm4v-K7kQR4eSPAz-gAWM/s320/Riflessi+al+Clitunno-2%252C+2017%252C50x40+cm.jpg" width="253" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Riflessi al Clitunno 2, 2017, olio su tela 50x40 cm</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Negli anni Luciano Sciommari ha perfezionato le sue tecniche, facendo tesoro anche dei suoi studi d’Architettura, delle esperienze di suoi pregressi insegnamenti accademici, dei pensieri e meditazioni sulla spiritualità dell’arte, leggendo Kandijnsky, o viaggiando per osservare da vicino le opere dei grandi maestri del passato. E da tutto questo ha tratto anche una sua “filosofia” dell’arte, una sua poetica del tradurre in atto, sulla tela, le sue immagini visive, i suoi “motivi” di ricerca pittorica che erano e sono anche i suoi motivi d’ispirazione, del suo tradurre un semplice effetto di luce in una aurora invernale, o lo specchiarsi di rami o fili d’erba nell'acqua azzurra di una laguna in un nuovo sentimento di luce riflessa. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un discorso artistico, il suo, mai interrotto o sincopato, fatto essenzialmente di fluide cromie dove anche gli azzurri e i verdi diventano colori caldi ed intensi, in quelle particolari transizioni dal chiaroscuro alla luce, permeati di ricordi e silenzi, dove la natura diventa visione e pensiero creativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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La mostra, con il patrocinio di Roma Capitale - Municipio I Centro, è curata da Nicolina Bianchi, organizzata da Segni d'Arte e allestita presso l'Arte Borgo Gallery, Borgo Vittorio 25, a due passi dal Vaticano. Sarà visitabile dal 19 al 30 aprile; il vernissage sabato 21 alle ore 18,00.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIIA2hYpOQrV4RPmh1ods8opHFG5FrcOckV8Yu06D29z4fpYKumknE15X1pXSYynMif2mGUyCL7wlrWXskcHNcmmSre4Z8dCZsqtJSFAw5-Sg662FBbilainxAw1Vz0SV-c6W0RyvEcdE/s1600/Riflessi+al+Clitumno%252C2017%252Coliou+tela%252C+30x60cm.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="406" data-original-width="800" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIIA2hYpOQrV4RPmh1ods8opHFG5FrcOckV8Yu06D29z4fpYKumknE15X1pXSYynMif2mGUyCL7wlrWXskcHNcmmSre4Z8dCZsqtJSFAw5-Sg662FBbilainxAw1Vz0SV-c6W0RyvEcdE/s400/Riflessi+al+Clitumno%252C2017%252Coliou+tela%252C+30x60cm.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Riflessi al Clitunno, 2017, olio su tela, 30x60 cm</td></tr>
</tbody></table>
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<br /></div>
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<br /></div>
<br />SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-69054506770276898762017-10-04T10:51:00.001+02:002017-10-04T10:51:31.508+02:00Corrado Veneziano sbarca in Cina con la personale “Segni”.<div style="text-align: justify;">
Quaranta tele di dimensioni diverse ribaltano e ricombinano un universo visivo quotidiano di segni, simboli, marchi e codici a barre.</div>
<br />
di Paola Pacchiani<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrIpi5fG6ThtEQhk1kASysMXk4YW828M3mlww2lK9v3CmxLeFbTODg33-f8xvLbrVt4pMXJjIN-QmSSejU_4q57hjlXSaBbjiS0ag2THesK63DioKCFnGPbO13qTt_A7KQnZCfOONUnQw/s1600/Coca+Cola+per+Andy%252C+Olio+e+acrilico++su+tela%252C+cm+80+x+50%252C+2016.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="601" data-original-width="1024" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrIpi5fG6ThtEQhk1kASysMXk4YW828M3mlww2lK9v3CmxLeFbTODg33-f8xvLbrVt4pMXJjIN-QmSSejU_4q57hjlXSaBbjiS0ag2THesK63DioKCFnGPbO13qTt_A7KQnZCfOONUnQw/s320/Coca+Cola+per+Andy%252C+Olio+e+acrilico++su+tela%252C+cm+80+x+50%252C+2016.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Coca Cola per Andy, Olio e acrilico su tela, cm 80 x 50, 2016</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Successo di pubblico e critica per la mostra di Corrado Veneziano “Segni”, inaugurata alla Galleria Nazionale di Arte Contemporanea di Lanzhou, in Cina, il 2 settembre scorso e in programma fino al 10 ottobre. </div>
<div style="text-align: justify;">
Esposte - in una delle rare personali allestite presso questo spazio, quaranta tele - metà delle quali di grandi dimensioni, realizzate con colori a olio, acrilico o con tecnica mista. Soggetto dei lavori un universo visivo noto a tutti noi e rappresentato, di volta in volta, da simboli, segni quotidiani, marchi di catene, network commerciali, loghi legati all'economia e all'industria, codici a barre e, non ultime, le grandi tele del ‘500 italiano, così tanto conosciute da risultare anch'esse una sorta di marchio.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Già autore del Logo 2015 del Prix internazionale televisivo della Rai, l’artista - che in passato ha collezionato recensioni entusiastiche da parte di Marc Augé, Achille Bonito Oliva e Derrick de Kerckhove - sceglie di ribaltare e ricombinare ogni soggetto ritratto, sfidando il consueto e il ripetuto per trasformare anche le immagini più note in altro rispetto a quello che sono. Così, nei suoi lavori, tutto rimane, allo stesso tempo, uguale e differente; per certi versi identico e per altri totalmente irriconoscibile, attraente, disorientante, sorprendente. A dimostrazione che, come dice lui stesso, «ogni cosa, anche se è già vista, va ri-vista, ri-guardata con semplicità e meraviglia, con dolcezza, poesia, energia nuova: consapevoli che ogni spostamento del nostro sguardo, ogni battito delle nostre ciglia, ogni “messa a fuoco” dei nostri occhi può raccontare qualcosa di divertente e nuovo: di urgente, necessario, bellissimo».</div>
<div>
<br /></div>
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<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comLanzhou, Gansu, Cina36.061089 103.8343029999999834.4228545 101.25251599999997 37.699323500000006 106.41608999999998tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-15442202024216971982017-07-20T15:25:00.000+02:002017-07-20T18:56:45.212+02:00Epos. Chao Ge, la lirica della luce.dal Comunicato stampa di Paola Pacchiani.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid_2GH1pBeP5G-Tmq2zPL8HynoUbzyZ-IOHcooAGtL1_TNWIRDItC1PaSLMgeGsAmIlsWuHPinQcXAWd9iF0VTPk_LFbKfMYMQimZP3PQTskZxnbviZhAoXYIrNEbiBCLsLy4Ra0-WLYI/s1600/the_sun.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="581" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid_2GH1pBeP5G-Tmq2zPL8HynoUbzyZ-IOHcooAGtL1_TNWIRDItC1PaSLMgeGsAmIlsWuHPinQcXAWd9iF0VTPk_LFbKfMYMQimZP3PQTskZxnbviZhAoXYIrNEbiBCLsLy4Ra0-WLYI/s320/the_sun.jpg" width="242" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il sole, 2001, olio su tela, cm 173x132</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Sotto l’egida dell’<b>Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano</b>, promossa e organizzata da <b>Segni d’Arte</b> in collaborazione con <b>Uniarts</b>,<b> </b>l’esposizione ha ottenuto il patrocinio di <b>Roma Capitale</b>, della <b>Regione Lazio</b> e dell’<b>Ufficio Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese</b>.</div>
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Nata da un desiderio del Maestro Chao Ge, Professore all’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino, condiviso dall’artista Ma Lin, da Nicolina Bianchi, critico d’arte, editore e direttore responsabile di Segni d’Arte e da Giancarlo Arientoli, antropologo e art director di Segni d’Arte, la mostra è curata da <b>Claudio Strinati</b>, noto storico dell’arte, e dalla stessa <b>Nicolina Bianchi</b>. </div>
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La rassegna propone un percorso espositivo che testimonia la rilevanza nel panorama artistico contemporaneo di questo pittore, che racchiude in sé due anime: quella della tradizionale nativa Mongolia Interna, a cui è tuttora legato molto profondamente, e quella della moderna Pechino, la grande città in cui ha studiato, raggiunto i primi successi e dove tuttora continua a dipingere e ad insegnare.<br />
<a name='more'></a></div>
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In programma fino al 26 settembre Epos. Chao Ge, la lirica della luce racconta attraverso circa 80 lavori, suddivisi in due sezioni (dipinti e disegni), realizzati dal 1987 a oggi, la straordinaria storia creativa dell’artista che evidenzia la maestria con la quale domina le tecniche pittoriche (olio, tempera, disegno su tela) attraverso le quali come ricorda Strinati, egli “si spinge molto avanti nella ricerca del colore, anzi più esattamente nella ricerca del bianco quale sintesi di tutti i colori”.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj4Upy1ilHtV7HM2celTz4GirTfBYthvvF_L654ncu1iC-pSsl9dQTxK8Z0QZo2PlsU0DaQ9NP1dHyG0W3fARVeMnnQ-6d8IQIiaWDI-2k8m_axIv-zXgfkJ8MNMyRxnghyZ-r8sAgiTk/s1600/figure_in_orange.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj4Upy1ilHtV7HM2celTz4GirTfBYthvvF_L654ncu1iC-pSsl9dQTxK8Z0QZo2PlsU0DaQ9NP1dHyG0W3fARVeMnnQ-6d8IQIiaWDI-2k8m_axIv-zXgfkJ8MNMyRxnghyZ-r8sAgiTk/s320/figure_in_orange.jpg" width="246" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Figura in arancio, 2003, tempera, cm 117x71</td></tr>
</tbody></table>
Cultore appassionato del Rinascimento italiano, ritrattista meticoloso e notevole paesaggista, Chao Ge è l’espressione più piena della proprio terra d’origine, quella “<i>terra del cielo blu</i>” così definita per la spettacolare luce che tutto vivifica.</div>
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Capace di andare a indagare l’invisibile oltre le apparenze, in particolar modo quando si sofferma sugli intensi ritratti umani dove accorpa alla fisicità delle persone quella delle cose, l’artista riversa continuamente sulla tela, con una nitidezza impressionante, le proprie emozioni e lo fa ogni volta che, novello Marco Polo, diventa osservatore e testimone attento dei complessi scenari asiatici.</div>
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<br /></div>
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"<i>Qui sta il cuore del continente più vasto e fiero del nostro pianeta: è l’Asia Centrale, secondo la definizione che ne diede un attento studioso proveniente dall'arcipelago nipponico</i>” - racconta il Maestro cinese -. “<i>Questa porzione di continente, la cui matrice consiste in vaste lande selvagge, è divenuta un trasmettitore di vita per le civilizzazioni circostanti sulle quali ha infuso sempre nuovi dinamismi. Qui sono nate e cresciute le più antiche espressioni religiose dell’umanità e, a tutt'oggi, questa regione rappresenta l’antenato e la culla di tutte le religioni o, si potrebbe dire, il preannuncio delle civiltà limitrofe. Nel 1999, seguendo la mia immaginazione, ho inteso narrare e descrivere questa parte di continente....</i>". </div>
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<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgozWNCsOYay9Jkf-nkn5A_1y2WdeTn7-HhgxVm3dDWndN1GIlzKbwA9r-hmwcenAMjRshoSDR6Eo3y3ar2n5SZCjUCz3wF8O2IbX74e5zezoOytXfSAQJexoix5KHXNjJDF0gzuFCxPyw/s1600/girl_of_east_mogolian.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="596" data-original-width="429" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgozWNCsOYay9Jkf-nkn5A_1y2WdeTn7-HhgxVm3dDWndN1GIlzKbwA9r-hmwcenAMjRshoSDR6Eo3y3ar2n5SZCjUCz3wF8O2IbX74e5zezoOytXfSAQJexoix5KHXNjJDF0gzuFCxPyw/s320/girl_of_east_mogolian.jpg" width="230" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ragazza della Mongolia orientale,<br />
2003, disegno, cm 38x27</td></tr>
</tbody></table>
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È tuttavia evidente che, nel momento in cui ritrae paesaggi e temi che riportano alle origini, la sua arte assume quasi la forma del poema epico, “<i>quando poi</i> - come scrive Claudio Strinati nella sua presentazione a catalogo - <i>dietro a certi formidabili ritratti trapelano le stelle o le montagne, si sente chiaro quel sentimento di unione universale che rende i ritratti stessi una sorta di elegia dell’umano in sé</i>”. E questo senso di profonda umanità, per dirla ancora con le parole del curatore, “<i>è forse il valore massimo conseguito da Chao Ge, un pittore che sa parlare sia al cuore sia alla mente, sommo tecnico e autentico poeta</i>”.</div>
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<br /></div>
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A proposito del titolo della rassegna Nicolina Bianchi scrive: “<i>Epos, il titolo della mostra, che secondo il termine greco, è narrare la storia di un popolo, le sue gesta, il suo importante patrimonio spirituale, tramandandone così la memoria e la sua essenziale identità, è per Chao Ge un modo di impaginare ed evocare nel dipinto la storia delle sue origini, della sua Inner Mongolia, narrandola secondo una musicale poetica di luce.</i>”</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il catalogo della mostra è edito da Segni d’Arte.<br />
<br />
Gestione e organizzazione Complesso del Vittoriano - Ala Brasini: Arthemisia.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>EPOS. Chao Ge, la lirica della luce.</b> </div>
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Complesso del Vittoriano – Ala Brasini</div>
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Roma, Via di San Pietro in Carcere s.n.c.</div>
<div>
27 luglio - 26 settembre 2017</div>
<div>
<br />
Orario apertura<br />
Dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30<br />
Venerdì e sabato 9.30 - 22.00<br />
Domenica 9.30 - 20.30<br />
(L'ingresso è consentito fino un'ora prima)</div>
<div>
Ingresso libero</div>
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<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-48820379616333146692017-06-15T22:57:00.000+02:002017-06-16T08:48:50.661+02:00The Nihility PortraitPersonale dell'artista cinese Liao Pei a Roma.<br />
<br />
di Giancarlo Arientoli<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0zExijrZ53hjHr1GqMEIXP7jPDvopezAlRblTPYQepmMcwD8aJapBZpISFsUWORJVyUG9bXoel6dLX43AnIZuZhvuXYWxc6yRf1GDbasFH51YJLlA83fuj1ks3G8ZaidSNqFerrHjCW4/s1600/liaopei06.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="797" data-original-width="800" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0zExijrZ53hjHr1GqMEIXP7jPDvopezAlRblTPYQepmMcwD8aJapBZpISFsUWORJVyUG9bXoel6dLX43AnIZuZhvuXYWxc6yRf1GDbasFH51YJLlA83fuj1ks3G8ZaidSNqFerrHjCW4/s200/liaopei06.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Approda a Roma la mostra <b>The Nihility Portrait</b> della giovane artista cinese <b>Liao Pei</b>. Una mostra intensa e introspettiva, "rappresentazione artistica di una teoria filosofica sul tempo, sul sé e sull'immagine", come ci dice la stessa artista. Sono molte le domande alle quali cerca risposte attraverso la sua indagine artistica e che di rimando pone all'osservatore; "Perché esistiamo? Da quando, e quando è nato l'universo? È questa dimensione fisica in cui esistiamo solo un'ombra insignificante di quella virtuale? C'è solo uno specchio tra l'altro Io nel tempo virtuale e il vero Io?". Domande che non sfociano in un pessimismo assoluto ma che trovano, nel fatto stesso di cercare risposte, una via oltre quel nulla esistenzialistico, oltre quell'oblio dell'essere, a cui sembrano condannare l'artista. </div>
<a name='more'></a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ3i9Mh9nHyUkPt_RLxMOrAjDGwFb-XszyMQQ3gO5GFYUnqhiywTe1c0OqwhgFz-2qjfiTpHhDZbqcAvcEUA2_dNttj25Ai07wcT4mwQ9bG4Epj11C6Kf9r_1LiQd2CKa6WIa-ujJf8Uk/s1600/liaopei02.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="636" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ3i9Mh9nHyUkPt_RLxMOrAjDGwFb-XszyMQQ3gO5GFYUnqhiywTe1c0OqwhgFz-2qjfiTpHhDZbqcAvcEUA2_dNttj25Ai07wcT4mwQ9bG4Epj11C6Kf9r_1LiQd2CKa6WIa-ujJf8Uk/s320/liaopei02.jpg" width="159" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel momento stesso in cui queste domande originano vi è anche l'annuncio di un loro possibile superamento, un segno di forza che spinge in direzione opposta della decadenza, attraverso una percorso artistico mai disgiunto da una percorso spirituale. Per lo stesso Nietzsche, il superamento del nichilismo poteva avvenire soltanto con un'attività di tipo estetico, inventivo. E quella di Liao Pei lo è. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Soprattutto la categoria del tempo sembra essere il grande cruccio dell'artista, un "tempo indipendente dalla nostra esistenza e comprensione, come le due estremità di una corda che non ha inizio ne fine.. siamo tutti immagini fisiche incidentali su ogni punto della corda.. siamo sul punto delle nostre memorie..". In queste memorie sedimentano i frammenti della nostra esistenza ed è compito precipuo dell'artista ricomporli; è compito dell'artista viaggiare nel tempo sino alle memorie più remote dove cogliere, grazie ad una profonda introspezione, "la propria immagine spirituale distaccata dalla carne". </div>
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<br /></div>
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Sono questi frammenti di memorie che sedimentano anche nelle sue opere, mai complete come non possono mai esserlo i frammenti. "Pertanto, i soggetti dei suoi dipinti sono in parte nascosti e in parte visibili e difficili da riconoscere" come scrive di lei Lizi, pieni di "aurea gotica" e riflettono un "desiderio di divinità", tanto "attraenti" quanto lo è la stessa Liao Pei. E non possiamo che concordare.</div>
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<br /></div>
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La mostra, curata da Nicolina Bianchi, organizzata da Segni d'Arte con la collaborazione del maestro Ma Lin e allestita presso la Borgo Arte Gallery di Roma, Borgo Vittorio 25, a due passi dal Vaticano, sarà visitabile dal 27 giugno, giorno del vernissage, al 10 luglio 2017.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-35362222787729350092017-06-04T21:35:00.001+02:002017-06-04T21:41:28.046+02:00Giovanni Boldinial Complesso del Vittoriano in Roma.<br />
<br />
di Nicolina Bianchi<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIlQJRnH1prlnbywr5KJhEE5pOZVWrp6LEJcLd4T3hzrdfTqzBOiCtxIDYtowaPMhsg-gRqwB-SI29skF4pLB9tq5VoCv_zKh6lpelenz634vu9aJcL-d3D-uGzK3vfIOSU7Iqfs920oY/s1600/04_Signora+bionda+in+abito+da+sera.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="709" data-original-width="465" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIlQJRnH1prlnbywr5KJhEE5pOZVWrp6LEJcLd4T3hzrdfTqzBOiCtxIDYtowaPMhsg-gRqwB-SI29skF4pLB9tq5VoCv_zKh6lpelenz634vu9aJcL-d3D-uGzK3vfIOSU7Iqfs920oY/s320/04_Signora+bionda+in+abito+da+sera.jpg" width="209" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Signora bionda in abito da sera, 1889 ca,<br />
pastello su carta incollato su tela, <br />
cm 220 x 150</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Una certa critica vuole Giovanni Boldini, in mostra all'Ala Brasini nel Complesso del Vittoriano in Roma, “bravo, ma banale”. In realtà il pittore ferrarese, rileva il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini nella sua introduzione al catalogo, “<i>fu artefice di una profonda modernizzazione del linguaggio pittorico</i>” tanto da introdurre un nuovo e originale senso di movimento e dinamismo senza rinunciare alla poesia. Di questo ne era assolutamente certa la scrittrice e poetessa americana Gertrude Stein, grande appassionata d’arte, che continuò a considerare Boldini “il miglior pittore del secolo scorso”.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La storia artistica di Boldini è un susseguirsi d’interferenze, convergenze e remixing, dal suo iniziale soggiorno a Firenze (1864) a contatto con il clima risorgimentale e decisamente innovativo del momento. Punto d’incontro di artisti e letterati europei, infatti, la capitale toscana è stata sicuramente per Boldini una felice occasione di scambi e di reciproche influenze di stili, di tematiche e nuove tecniche. L’incontro anche con l’aristocrazia toscana e le diversificate collaborazioni con Telemaco Signorini, Gordigiani, Banti, Vito D’Ancona, Fattori e dagli altri pittori del Caffè Michelangelo furono certamente essenziali, ma l’artista ferrarese desiderava aprirsi a più ampie esperienze dell’oltralpe europeo e immergersi al più presto in quel clima Parigino che tanto amò rappresentare (descrivere) nelle sue più importanti capolavori. Senza lasciarsi troppo influenzare dai suoi amici “macchiaioli”, infatti, nel 1867 si trasferisce a Parigi.</div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZSLacp8Zk-K_T2EFf-Z5Pttt6DsxXUYRz_YYshk-kTF_-J3s6TMpTeqOFmaLzQDg__KCrvAeN43hwUaBn1jf9566yIZKB0AOSrf-FSGbIQYAeqzhbZTNs2abnOeIcPxLOMstqU_ctOr4/s1600/02_Il+cappellino+azzurro.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="591" data-original-width="490" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZSLacp8Zk-K_T2EFf-Z5Pttt6DsxXUYRz_YYshk-kTF_-J3s6TMpTeqOFmaLzQDg__KCrvAeN43hwUaBn1jf9566yIZKB0AOSrf-FSGbIQYAeqzhbZTNs2abnOeIcPxLOMstqU_ctOr4/s320/02_Il+cappellino+azzurro.jpg" width="264" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il cappellino azzurro, 1912 ca<br />
olio su tela, cm 55 x 46</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Nella capitale francese apprezza il realismo di Courbet e rimane affascinato dalla rivoluzione impressionistica di Manet. La svolta però è a Londra, dove può ammirare i ritrattisti inglesi del Settecento. Con tale background, Boldini si affermerà come il massimo rappresentante del ritratto d’epoca, mondano, e il più deciso interprete dei “<i>giorni incantati della Belle Époque</i>” e “<i>delle figure di nobili signore dell’epoca, donne dalla grazia e dalla delicatezza infinite, insoddisfatte e irrequiete</i>”</div>
<div style="text-align: justify;">
“<i>La donna di Boldini</i> - grande protagonista della Mostra al Vittoriano - <i>è consapevole del desiderio che suscita nell'universo maschile</i> - afferma il curatore Tiziano Panconi nella presentazione a catalogo sapientemente dettagliata ed esaustiva - <i>l’artista gioca sulle corde della sensibilità femminile, ma non si limita alla riproduzione della bellezza, indugiando piuttosto sulla consapevolezza di un ruolo, dove il fascino dell’eleganza è esaltato anche dall'abbigliamento. La donna, libera dalle ingabbiature che costringevano il suo corpo nella crinolina, Privilegia gli abiti che ne possano valorizzare la figura e svelarne generosamente le grazie. È una donna spensierata e galante, consapevole della propria forza seduttiva; i corpi traspaiono dalle mussole, dalle arricciature, dai volant e dalle piume in un clima contraddistinto da una sensualità dilagante</i>”.</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGMLlB_NcHUwf1b7WEx9hV7JNma9VrvpoTS3a5_hbXvAN7rjVnpPqRruyhUKoZWY5khbKFF8qT03Ep8IaLBJ-uzfJ9PjPcBgdST4eFWV-amWygWGS-rD7AKcOK3grJyMwQpaQ_kdjwXJ8/s1600/03_Il+vestito+da+ballo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="591" data-original-width="764" height="247" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGMLlB_NcHUwf1b7WEx9hV7JNma9VrvpoTS3a5_hbXvAN7rjVnpPqRruyhUKoZWY5khbKFF8qT03Ep8IaLBJ-uzfJ9PjPcBgdST4eFWV-amWygWGS-rD7AKcOK3grJyMwQpaQ_kdjwXJ8/s320/03_Il+vestito+da+ballo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il vestito da ballo (signora che cuce; interno con giovane<br />
intenta a cucire), 1904 ca, olio su tavola cm 27 x 35</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Donne di una romantica eleganza come Madame x con collare di perline, o la raffinata Signora bionda in abito da sera, o il corpo agile e slanciato della Signora in bianco con guanti e ventaglio, la sensualità del “Nudo” sdraiato o quello ancor più ammiccante di Provocazione. Grande la sua modernità di interpretare i volti, gli sguardi, noti i suoi autoritratti o i ritratti come quello del conte Robert de Montesquiou o l’ancor più celebre di Giuseppe Verdi. Da Donna Franca Florio, o di Emiliana Conche de Ossa, alla Scena di festa Moulin Rouge del 1889, dai cavalli in movimento, agli avventori al caffè, dagli spettatori a teatro, ai passanti per la strada, alle visioni di campagna e di città, Boldini ha scardinato alcuni stereotipi concettuali ricordando che l’immagine deve essere concepita come “materia in movimento” e che l’opera pittorica non rappresenta un archivio di memoria collettiva ma, nella sua funzione di servizio all'immaginazione, è piuttosto un archivio dell'immaginario collettivo. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di fronte al manifestarsi dei movimenti avanguardisti, l’errore compiuto da quella critica sta forse nell'avere sovrapposto alla novità estetica, simbolica e speculativa di Futurismo, Dadaismo, Surrealismo, il tratto stilisticamente compiuto e formale di Boldini, senza aver tenuto conto dell’innovazione profonda attuata attraverso la presa diretta, nervosa e inquieta, degli eventi (fissati come in una foto) innestata sul gusto eccessivamente classico della congerie artistica di allora. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’esposizione, quella ospitata presso gli ampi spazi delle Grandi Mostre al Vittoriano, raccoglie tutto questo in quasi 160 opere provenienti da circa 30 musei di tutto il mondo e dalle più importanti collezioni private nazionali e internazionali e aggiunge un fondamentale tassello per la conoscenza dell’intero corpus pittorico del maestro ferrarese.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un importante capitolo del catalogo, edito da Skira, è dedicato alla pubblicazione di una quarantina di lettere inedite di Boldini, portate alla luce da Loredana Angiolino e Tiziano Panconi, curatore e presidente del Comitato scientifico, di cui fanno parte la stessa Angiolino, Beatrice Avanzi (curatrice del Museo d'Orsay), Sergio Gaddi, Leonardo Ghiglia e Marina Mattei (curatrice dei Musei Capitolini).</div>
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<br />SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-47898163186124235962017-05-31T20:08:00.002+02:002017-05-31T20:12:58.218+02:00Eterni SegniPersonale di Liu Yiyuan al Makemake di Roma.<br />
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di Nicolina Bianchi</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgVUUWUTIu2VjlS0CzyaWzZp9q4Ol8rJ64dvcAjD7h8in3XOpH4ggidgpMEWyBFXRkeFJOdAdKe1GzIlJ3IU9uc54tw6c270t3d3rP9vGMSKSlsEWq2HhX3PiVHWqJCvjH8brUAMGmtj8/s1600/liuyiyuan_eternavia2016.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="383" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgVUUWUTIu2VjlS0CzyaWzZp9q4Ol8rJ64dvcAjD7h8in3XOpH4ggidgpMEWyBFXRkeFJOdAdKe1GzIlJ3IU9uc54tw6c270t3d3rP9vGMSKSlsEWq2HhX3PiVHWqJCvjH8brUAMGmtj8/s400/liuyiyuan_eternavia2016.jpg" width="197" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Eterna via, cm 270 x 135, 2016</td></tr>
</tbody></table>
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Si è conclusa il 27 maggio la splendida personale di Liu Yiyuan presso lo spazio d'arte Makemake di Roma, con un ottimo successo di pubblico, estasiato dal lavoro del maestro cinese.</div>
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Dalla poetica realistico-figurativa del primo periodo di studi e di insegnamento, Liu Yiyuan ha dedicato gran parte della sua vita artistica ad una pittura moderna dove l’inchiostro, tecnica legata storicamente alla tradizione orientale, è per lui da molti anni, affermazione di una propria esperienza espressiva ed intellettuale. I luoghi della natura, osservati o romanticamente immaginati, si sono trasformati nel tempo in una dinamica gestuale di un segno che inventa in ogni opera un nuovo significato di un continuo sviluppo creativo.</div>
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La sua tematica d’elezione, quella del paesaggio, è interpretata secondo il suo ricco e colto patrimonio di esperienze, ma nasce anche da quella grande energia interiore che alimenta poi tutta la carica emotiva del suo lavoro pittorico.</div>
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Le sue forme ed il suo tratto,la sua sensibilità spirituale, fortemente innovativi, raggiungono un inesauribile potere suggestivo e costituiscono la nuova forza della “sua natura”, quella natura che in stretta armonia con la sua personalità, va oltre il significato delle apparenze, verso la percezione dell’eterno, o di ideali fiumi stellati, di vie lattee, di notturni o calde luci di gialli solari, narrati su grandi spazi delle sue “carte di riso”.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVS_4ciaXqX_eVCND8O50LV3C9gV8ckCbl9SkK3CGbPD1m02cTjaeBV_IzbCTKi5qBotOlpwxHcjUKnYzRzRrcXZlvOtv4dLVSjfBnC_M2Hyz_njHzFYPKwsA0idqb2dQbfXh_5RKWSCI/s1600/liuyiyuan_la+via+lattea2015-small.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="186" data-original-width="200" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVS_4ciaXqX_eVCND8O50LV3C9gV8ckCbl9SkK3CGbPD1m02cTjaeBV_IzbCTKi5qBotOlpwxHcjUKnYzRzRrcXZlvOtv4dLVSjfBnC_M2Hyz_njHzFYPKwsA0idqb2dQbfXh_5RKWSCI/s320/liuyiyuan_la+via+lattea2015-small.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La via lattea, cm 94 x 87, 2015</td></tr>
</tbody></table>
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Il Maestro Liu Yiyuan, dopo il primo importante successo di pubblico e critica ottenuto in occasione della Mostra presso il prestigioso Salone Centrale del Complesso Monumentale del Vittoriano, trova ancora nella capitale un grande punto di riferimento espositivo, questa volta nel suggestivo spazio d'arte Makemake, nello storico rione Monti, con una sua performance delle sue più recenti opere.</div>
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La mostra è stata organizzata dalla Rivista Segni d'Arte, con la collaborazione del maestro Ma Lin, che prosegue così il proprio impegno nella scoperta e la valorizzazione dell'arte e della cultura cinese contemporanea, impegno che raggiungerà il suo apice nella mostra in programma per la fine di luglio presso il Complesso Monumentale del Vittoriano e che vedrà protagonista il grande maestro Chao Ge.</div>
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-4067928711416513322017-05-04T10:46:00.000+02:002017-05-04T10:46:17.055+02:00Totò, il Genio, la Maschera, l'UomoA Napoli tre grande mostre per ricordare<br />
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di Renato Sales<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg37in6FzZcpiVskbeRxEv3rbceew3K7q_lXkmRIddEO5S9gPZoqX8zvvpc3aM1NRvRsDyXLNoQdaVvDxri9BHgrnJTvmkQvO3SiDr8rGNzfOBmMj4XCjGqdMdEIVuPrJ9Zpvq6bQ9t0DY/s1600/Fotografia+originale+%2528Compagnia+Maresca+1928%2529+Tot%25C3%25B2+Isa+Chioma+e+Mario+Castellani+Collezione+di+Domenico+Liv.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg37in6FzZcpiVskbeRxEv3rbceew3K7q_lXkmRIddEO5S9gPZoqX8zvvpc3aM1NRvRsDyXLNoQdaVvDxri9BHgrnJTvmkQvO3SiDr8rGNzfOBmMj4XCjGqdMdEIVuPrJ9Zpvq6bQ9t0DY/s400/Fotografia+originale+%2528Compagnia+Maresca+1928%2529+Tot%25C3%25B2+Isa+Chioma+e+Mario+Castellani+Collezione+di+Domenico+Liv.jpg" width="256" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Compagnia Maresca 1928, <span style="font-size: 12.8px;">Collez. di Domenico</span></td></tr>
</tbody></table>
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Come si racconta un genio? Un modo credibile per farlo è la mostra “Totò Genio”, che poteva essere allestita solo così come l’hanno pensata il Comune di Napoli, l’Istituto Luce, il Polo Museale della Campania – Palazzo Reale, la RAI, con il contributo di Rai Teche, la Siae e l’Archivio Centrale dello Stato rappresentando il talento sconfinato di Antonio de Curtis in tre distinte rassegne ospiti del Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino), Palazzo Reale e il Convento di San Domenico Maggiore. Il catalogo ufficiale, realizzato da Skira, ha la prefazione di Goffredo Fofi. Solo così è stato possibile rendere omaggio al genio di Totò presentando, come “tasselli di un grande mosaico”, le sue mille implicazioni ed esplicazioni. Curata da Alessandro Nicosia, che ha coordinato anche la direzione generale del progetto, insieme a Vincenzo Mollica, e prodotta da C.O.R. (Creare Organizzare Realizzare), la rassegna ripercorre “attraverso centinaia di documenti tra fotografie, filmati, costumi di scena, locandine di film, interviste, disegni, riviste e giornali d’epoca, spezzoni cinematografici e televisivi, manoscritti personali, lettere, cimeli e materiale inedito, la vita, l’arte e la grandezza del Principe”. E così, mentre l’esposizione ospite nella Cappella Palatina del Museo Civico di Castel Nuovo celebra il rapporto tra Totò e i grandi della cultura del Novecento, nella sala Dorica di Palazzo Reale si analizza il rapporto tra il grande artista e le arti tirando fuori dal suo mitico baule costumi di scena originali, filmati e installazioni multimediali. Infine, con una lunga sequenza di 250 fotografie, allestita all'interno del Convento di San Domenico Maggiore, si descrive un Totò più “privato”, quello ritratto nei fuoriscena dei suoi film, nei momenti di vita quotidiana, nelle serate mondane e che mostrano le sue passioni, compresa quella per gli animali.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX6HnxGt7vZo3vC1VG3pmITdJ6An-mDUYVdw6MWfwRzT0yTCw0HFAwWc5y2ZTth2WxmwFM4tj44jkGgypg3518B52tvU_xz-M9V_XlazbBfaSsuA7AsCUSEzmxAqqi0uq3ne_guW9dreQ/s1600/Collezione+Vincenzo+Mollica.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX6HnxGt7vZo3vC1VG3pmITdJ6An-mDUYVdw6MWfwRzT0yTCw0HFAwWc5y2ZTth2WxmwFM4tj44jkGgypg3518B52tvU_xz-M9V_XlazbBfaSsuA7AsCUSEzmxAqqi0uq3ne_guW9dreQ/s320/Collezione+Vincenzo+Mollica.jpg" width="219" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fellini - Totò, Collez. Vincenzo Mollica</td></tr>
</tbody></table>
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La rassegna non si prefigge di spiegare, o investigare, le ragioni della sua genialità (infatti, s’intitola Totò Genio e non “il Genio di Totò”), ma crediamo d’interpretare lo spirito degli organizzatori leggendovi lo sforzo, riuscito, d’illustrarne il suo linguaggio scenico, quel linguaggio che nella prima parte del suo multiforme percorso artistico e umano lo ha relegato a una lettura di superficie, riservandogli un posto appartato e infruttuoso nella debordante produzione commerciale. Totò oscilla, è stato detto, su due registri compresi fra il comico e il tragico, la risata e la malinconia, lo sberleffo e lo schiaffo.</div>
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Questa sua natura doppia e irrisolta (Tra due luci, per citare una sua celebre rivista) è molto ben rappresentata da Mario Monicelli. Durante le riprese di “Totò cerca casa” racconta che di lui lo colpì “una sorta di sdoppiamento tra l'attore e il principe. Sul set recitava, era scurrile, farsesco, comico. Poi diventava il principe De Curtis e la sua fedeltà alla figura del blasonato era totale” per chiedersi “era davvero così diviso? Era una corazza che si era costruito? Non l'ho mai capito” conclude il grande regista. Non abbiamo risposte. Totò era ossessionato dall'idea che nessuno si sarebbe ricordato di lui. Diceva spesso: ”Io non sono un artista, ma solo un venditore di chiacchiere, come Petrolini che, infatti, è stato dimenticato. Un falegname vale più di noi due messi assieme, perché almeno fabbrica un armadio, una sedia, che rimangono (...) anche un lavandino rimane. Ma le chiacchiere degli attori passano”. E per questa sua ansia si adoperò in molte cose, passando dalla Commedia dell'Arte alla prosa, dal varietà al cinema, dalla poesia alla musica. “Certo, rimango sempre Totò, perché non sono io a comandare la mia faccia, ma la mia faccia a comandare me”.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVpZuxrBX_khp-Rq-2Hy2MuynL2zvzAR5jfLafDB5GibVpcWkCN59F5F1gjdBQPWVLnMoUKBycz1-vXMoTCPay7JZqWjvHLBLE213_vrqwRd1xsrAQBAckOehxuWLntAqbr4WuwMRLRhM/s1600/toto-e-gli-spaghetti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVpZuxrBX_khp-Rq-2Hy2MuynL2zvzAR5jfLafDB5GibVpcWkCN59F5F1gjdBQPWVLnMoUKBycz1-vXMoTCPay7JZqWjvHLBLE213_vrqwRd1xsrAQBAckOehxuWLntAqbr4WuwMRLRhM/s320/toto-e-gli-spaghetti.jpg" width="320" /></a></div>
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Eppure, l'intera sua esistenza fu dominata dall'impossibilità di difendere un proprio volto coerente e autentico di fronte alla maschera. Questo rapporto sofferto di osmosi dell'arte con la vita lo consumò velocemente. Totò morì d’infarto a 69 anni. Per commemorarlo dignitosamente furono organizzati ben tre funerali: a Roma, a Napoli e nel Rione Sanità, il quartiere in cui era nato. Così come oggi per ricordarlo degnamente si sono rese necessarie ben tre mostre. Tre rassegne che ne celebrano la sua idea di autonomia dell'arte e dall'arte, al di là di ogni facile confusione. </div>
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Di certo, grazie all'assoluta originalità del suo linguaggio scenico ha influenzato e rinnovato lo spettacolo contemporaneo, e non solo, pur senza scavalcare il limite della centralità e insostituibilità dell’uomo: di quell'Antonio Vincenzo Stefano Clemente, nato il 15 febbraio 1898 nel Rione Sanità, in via Santa Maria Antesaecula, al secondo piano del civico 109.</div>
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comNapoli, Italia40.8517746 14.26812440000003340.659609599999996 13.945400900000033 41.0439396 14.590847900000034tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-35232660864777364722017-04-27T10:26:00.000+02:002017-04-27T10:27:23.768+02:00I Sentieri dell'Anima.Luciano Sciommari al Palazzo Comunale di Baschi.<br />
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di Nicolina Bianchi<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM26GbLf27rUrsNmJ_bJ5tfuiNlRrxfHtZ3yc-71YkjC06ERxfiYsFJQjn_RUwucvuSEl9qYxmEzbTccWzMe4K-KVAN7Vr-e1F9Zq39PhSZnnq9pVWRajsBcicfOsCLR0n0Lc4K_b6o3E/s1600/mia+madre+-+olio+su+tela+100x70.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM26GbLf27rUrsNmJ_bJ5tfuiNlRrxfHtZ3yc-71YkjC06ERxfiYsFJQjn_RUwucvuSEl9qYxmEzbTccWzMe4K-KVAN7Vr-e1F9Zq39PhSZnnq9pVWRajsBcicfOsCLR0n0Lc4K_b6o3E/s320/mia+madre+-+olio+su+tela+100x70.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A mia madre, olio su tela, cm 70x100</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Questa nuova proposta espositiva di Luciano Sciommari in Umbria, nella città di Baschi, dove storia e tradizione si uniscono in una suggestiva soluzione naturale, ci appare come una nuova scoperta della sua vena pittorica. Un evento, sentimentalmente dedicato a sua madre, che ci racconta della sua coerente evoluzione, in linea con i suoi stati d’animo, con i suoi diversi momenti d’ispirazione, con gli avvenimenti della sua vita. Il suo è un importante viaggio creativo che si concentra da anni nell'essenza della luce e del colore, nel significato di una pittura che segue costantemente le tracce profonde della sua sensibilità di attento osservatore. Sciommari rappresenta davvero l’estensione di quel figurativo romantico che concepisce il mondo e la natura come un immediato e moderno concretizzarsi della percezione delle cose e del paesaggio. Ed è una visione privilegiata quella di cui l’artista dispone per i suoi momenti d’ispirazione, proprio quella stessa visione di verde, di distese di gialli, di caldi riflessi d’azzurro, che hanno incantato i grandi Maestri umbro toscani del Cinquecento ed anche quelli di una importante contemporaneità.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjay_QpqYvv0mLEM9A-ZN5q6SvsoRkj8-4k-FqhuVt-EI6ibpSUxpKvZMC0KZdudoW-TdhalbuYpt4K8OIcoHUz68UuIJa2pfUi-PwHQkAUc8V5QfLkvDu2YyS0z2xyxXpjWeSrJpMmIrI/s1600/i+sentieri+dell%2527anima+-+paesaggio+amerino++olio+su+tela+60x80_edited.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjay_QpqYvv0mLEM9A-ZN5q6SvsoRkj8-4k-FqhuVt-EI6ibpSUxpKvZMC0KZdudoW-TdhalbuYpt4K8OIcoHUz68UuIJa2pfUi-PwHQkAUc8V5QfLkvDu2YyS0z2xyxXpjWeSrJpMmIrI/s320/i+sentieri+dell%2527anima+-+paesaggio+amerino++olio+su+tela+60x80_edited.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paesaggio Amerino, olio su tela, cm 60x80</td></tr>
</tbody></table>
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L’Umbria, questo universo di colori e di vere ed immediate emozioni dove da molti anni, e secondo una sua giusta logica, Luciano Sciommari, moderno e raffinato interprete di queste bellezze, ha deciso di vivere e continuare il suo operare artistico, è da lui considerata come il suo nuovo “rinascere”, il suo nuovo modo di venire a contatto con la natura, quasi di ascoltarla, oltre che osservarla e di rappresentarla nelle sue tele con quel suo personale e raffinato linguaggio espressivo. </div>
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Così, nel tempo, i tocchi rapidi e materici dei suoi precedenti lavori sono andati ad acquisire i ritmi di una più matura “emancipazione”, di una ben più definita fluidità pittorica ed oggi anch'egli è ormai consapevole che la sua arte, il suo modo di orchestrare segni e colori, di rappresentare sentieri o tramonti, riflessi, boschi o memorie della sua Roma, mai dimenticata, di cogliere con grande intimismo gli sguardi dei suoi ritratti, sia un particolare un modo, più sentito e maturo di fare arte, sia elaborazione di un sistema sempre più esatto e preciso di notazioni creative, ma anche una chiara necessità interiore ed un intuito che si concretizzano nella personale rappresentazione del mondo e dell’uomo.</div>
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La mostra presso le Sale Congressi del Palazzo Comunale di Baschi (TR) dal 22 al 30 Aprile 2017.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmJuEzvfjKP7p195hc3MCAGWxTz1WTdGuv-KpP8mwjG6jfPWjRDY8NaD_DAtsfCOswZaP6T0iG7qNNQ7O2aQH9Iq-YpM8kkCpssv08YtS0HVJGpNvhFV7ECLV3dMAA7ZsYlt9zQ4iD4F4/s1600/fonti+del+Clitunno+-++riflessi+olio+su+tela+dim.+totale++70x+50.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmJuEzvfjKP7p195hc3MCAGWxTz1WTdGuv-KpP8mwjG6jfPWjRDY8NaD_DAtsfCOswZaP6T0iG7qNNQ7O2aQH9Iq-YpM8kkCpssv08YtS0HVJGpNvhFV7ECLV3dMAA7ZsYlt9zQ4iD4F4/s320/fonti+del+Clitunno+-++riflessi+olio+su+tela+dim.+totale++70x+50.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonti di Clitunno - riflessi, olio su tela, cm 70x50</td></tr>
</tbody></table>
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<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comBaschi, TR, Italia42.669386499999987 12.21630840000000342.657711999999989 12.196138400000002 42.681060999999985 12.236478400000003tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-75702761998553425972017-03-20T09:55:00.000+01:002017-03-20T09:55:34.519+01:00Tre civette sul comò. Civettarte.<div>
Alla Casina delle Civette di Villa Torlonia in Roma.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
di Manuela Ottaviani</div>
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<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNY9JpTEetpQJTHVjeoFwJ5rVgEGKRcxTSNz3xCNxYBOAxLXxw4bFbZ3_wL0KRGS8V-TWOHwCWMhlQlYwUY5nDUZ0Dd2aTH0t1cyQnljIi9mcqL166oVxZ1hh9zwKdFfCy8bq95C17yV4/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNY9JpTEetpQJTHVjeoFwJ5rVgEGKRcxTSNz3xCNxYBOAxLXxw4bFbZ3_wL0KRGS8V-TWOHwCWMhlQlYwUY5nDUZ0Dd2aTH0t1cyQnljIi9mcqL166oVxZ1hh9zwKdFfCy8bq95C17yV4/s320/10.jpg" width="319" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Antonella Cappuccio, Civette, 2016</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il piccolo volatile notturno da sempre è associato al mistero soprattutto a causa dei suoi grandi e penetranti occhi in grado di vedere nell'oscurità, oltre il buio fitto che inesorabilmente ferma il nostro sguardo. Per questa sua capacità era la fedele compagna di Atena e la troviamo in varie raffigurazioni antiche appollaiata sopra il suo elmo da dove scruta il mondo notturno riferendo ciò che vede alla dea che grazie a lei acquisisce una conoscenza profonda e sarà venerata come la più saggia dell’Olimpo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Il magico potere dello schivo e solitario rapace non si è mai affievolito nel corso dei secoli conservando intatto il mistero che da sempre lo avvolge ed agli inizi del XX secolo il principe Giovanni Torlonia jr, profondo conoscitore del mondo esoterico, decide di costruire in suo onore un villino liberty denominato poi “Casina delle Civette” per l’ossessivo ricorrere del tema della civetta nelle decorazioni, nel mobilio, nei capitelli delle colonne ornati con i grandi occhi tipici del volatile notturno e soprattutto per la presenza di una grande vetrata eseguita da Duilio Cambellotti nel 1914 raffigurante due grandi civette stilizzate tra dei rami d’edera.<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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</div>
<div style="text-align: justify;">
In perfetta sintonia con l’ambiente le deliziose creature invadono oggi, in occasione di questa originale mostra, ogni angolo del fiabesco villino e garbatamente rivendicano un’appartenenza che non è solo nel nome ma ben presente in tutta la casa. Grazie a Tre civette sul comò - Civettarte il villino ha ripreso vita e lo troviamo pacificamente occupato da inquietanti civette immobili con i grandi occhi spalancati intenti a scrutare fin dentro l’anima del visitatore mentre eleganti civette in volo, dirette verso luoghi lontani e sconosciuti, ci accolgono vicino le ampie e suggestive vetrate quasi volessero invitarci a volare via con loro verso il lontano orizzonte e ancora oltre. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfij-1R2r_CT5D2Nzeehviz8Dk46CSlaZzmn111JSZKro2zWuvjg76nDL0c6gCGPsRPzFFLKpPusgDo5AOfVEkuiVrt24Tn5iCipg2B_tTlCJ_OhFqid-K0LYqHDBnTLcdP4sh0QnYh_Q/s1600/Trotti%252C+Civetta.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfij-1R2r_CT5D2Nzeehviz8Dk46CSlaZzmn111JSZKro2zWuvjg76nDL0c6gCGPsRPzFFLKpPusgDo5AOfVEkuiVrt24Tn5iCipg2B_tTlCJ_OhFqid-K0LYqHDBnTLcdP4sh0QnYh_Q/s320/Trotti%252C+Civetta.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sandro Trotti, Civetta, 2017</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Tanti coloratissimi dipinti, numerose sculture sia in candido gesso che in vivace ceramica, ma anche ventagli e aquiloni, raffinati abiti e pregiati gioielli, libri, disegni, cappelli e burattini invadono festosamente la casina e la sua dependance grazie a 67 artisti provenienti da tutto il mondo che con le loro opere vogliono rendere omaggio a questo enigmatico e seducente uccellino, fedele compagno nella nostra eterna ricerca verso la conoscenza del mistero e della magia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, si avvale del Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma, dell’Ambasciata di Grecia a Roma, della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), del FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori), Università di Trier, Unione Nazionale Scrittori Greci, Ass. Convivium (Lussemburgo), Comunità Ellenica di Roma e del Lazio, Fondazione Giovanna Deiua, Ass. Culturale EPLE (Europa Patria dei Liberi Europei), Ass. Culturale Ghibli, Accademia d’Alta Moda Koefia di Roma, Cooperativa Sociale Apriti Sesamo di Roma.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE5lsBThIfNFTb0uFXkfZS0swOJnZ_Yht2tFYkjf1IcnFFrTSMTpPC-vMg-ybifMxxEuA7B1HlH8bDjGLjSjoHn1nNEa_FtlY_rhDcjwL-4sxuFpNB10RNg3JwNTV97mBR9xQ8cBNSU1U/s1600/17.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE5lsBThIfNFTb0uFXkfZS0swOJnZ_Yht2tFYkjf1IcnFFrTSMTpPC-vMg-ybifMxxEuA7B1HlH8bDjGLjSjoHn1nNEa_FtlY_rhDcjwL-4sxuFpNB10RNg3JwNTV97mBR9xQ8cBNSU1U/s200/17.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Casina delle Civette, Villa Torlonia</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Curata da Stefania Severi e Maria Grazia Massafra Tre Civette sul Comò. CivettArte è articolata sia nella Casina che nella dependance con un allestimento curato dall’Arch. Monica Petrungaro ed è presentata da un’immagine guida realizzata dal celebre vignettista Lucio Troiano. </div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-79056878247311805302017-02-25T19:34:00.000+01:002017-03-17T14:31:04.575+01:00Art from China. Universe Woman.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Da Pechino a Roma, la creatività contemporanea delle giovani artiste cinesi.<br />
<br />
di Nicolina Bianchi<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPmQQyX3vOr5WOMxUiRo50RpgjunT_0b00nAARaMneV3wKWW351T2blfSMBY0U_CR1h3ABhRb3QA2-4nFV7gjhyphenhyphenHFr412DLosq5Wavua1wzeTcPM1j3VcYvzkXEOE4JddeC0MvgoEyz5w/s1600/LI+ZI+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPmQQyX3vOr5WOMxUiRo50RpgjunT_0b00nAARaMneV3wKWW351T2blfSMBY0U_CR1h3ABhRb3QA2-4nFV7gjhyphenhyphenHFr412DLosq5Wavua1wzeTcPM1j3VcYvzkXEOE4JddeC0MvgoEyz5w/s200/LI+ZI+%25282%2529.jpg" width="155" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Opera di Li Zi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Li Zi, Bai Ling, Gao Fang, Liao Pei e Wang Yuhan, cinque realtà creative, cinque artiste che propongono, in questa importante mostra nella capitale, la storia del loro attuale linguaggio espressivo. Per loro, un modo di comunicare e confrontarsi con il mondo della contemporaneità culturale ed artistica internazionale, soprattutto occidentale, per noi l’occasione per leggere nelle loro opere la fisionomia artistica di un Oriente giovane che tende costantemente ad allinearsi all'esperienza globale di continui cambiamenti. Lo apprezziamo nelle loro moderne, a volte sofisticate, “figurazioni concettuali”, nelle loro eleganti elaborazioni di segno e colore, nelle singolari installazioni. Li Zi, impagina la narrazione di una umanità, che appare a volte sofferente, quasi prigioniera in un desiderio di libertà, in una realtà di luci soffuse, di atmosfere metafisiche, di raffinate archeologie in un gioco di ombre, di perfette geometrie sognate come vie di fuga.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWAS2SaPOYce2njDaoSljN-sG6UOuqHApQINBfoUoCciDTJC-e8Zc7CcAMiWKJV8RL_LgN5fpeEtqLsbl0d_xPEhIT4rztx4ZuRRflqvoFuxiaPdQCAW8MqiFKYnnmr_qurrbLuXIATzo/s1600/GAO+FANG+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWAS2SaPOYce2njDaoSljN-sG6UOuqHApQINBfoUoCciDTJC-e8Zc7CcAMiWKJV8RL_LgN5fpeEtqLsbl0d_xPEhIT4rztx4ZuRRflqvoFuxiaPdQCAW8MqiFKYnnmr_qurrbLuXIATzo/s320/GAO+FANG+%25282%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Opera di Gao Fang</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Gao Fang, nei cui lavori è l’Universo femminile ad essere rappresentato, donne che vivono come in un grande abbraccio esistenziale, donne che riposano, che pensano, che osservano, quasi indifferenti, “immerse” in una grande realtà trasparente. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una raffinata realtà paesaggistica nelle tele di Bai Ling, che ci narra con una fluida descrizione cromatica di immense pianure definite da lontani orizzonti, una realtà quasi mistica immerse in questi grandi cieli di nubi, di azzurri e di perla. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6i2FZNfUkc8oo-LPU64yGThFAI0SM2tb2xgzNldmsRT37k5j8mqORdcAwUAmx6AyP2NCvcSWgxMg-0isTaLPSj3tJPR16cmf6qmRemqP3t5E1aUU4cmdxgXdPUTD_3Nv6uNdq3Lge7_4/s1600/BAI+LING+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6i2FZNfUkc8oo-LPU64yGThFAI0SM2tb2xgzNldmsRT37k5j8mqORdcAwUAmx6AyP2NCvcSWgxMg-0isTaLPSj3tJPR16cmf6qmRemqP3t5E1aUU4cmdxgXdPUTD_3Nv6uNdq3Lge7_4/s1600/BAI+LING+%25282%2529.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Opera di Bai Ling</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ancora figure, ancora l’iconografia dell’uomo nelle opere di Liao Pei, l’uomo interpretato, con raffinate transcolorazioni di inchiostri, nella sua fragilità, ma anche nel suo coraggio di riscatto, nella voglia comunque di essere uniti, nell'amore, come nel dolore, figure indefinite, le sue, gouaches come fantasmi di idee di forme, immagini di particolare suggestione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi17Tp2A6tTObjhO33JtKiqdulDYz1CcmmwI37HAgrS7HCPmIjmhyphenhyphenAIkzEKNSNw1iAF50IBIL65Nqko3QWKB9L7nflcu2ybFRZ5ST9z1hY0bmJDnesINLstjPbSQjOBxWLj5zvOaBt55hc/s1600/LIAO+PEI+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi17Tp2A6tTObjhO33JtKiqdulDYz1CcmmwI37HAgrS7HCPmIjmhyphenhyphenAIkzEKNSNw1iAF50IBIL65Nqko3QWKB9L7nflcu2ybFRZ5ST9z1hY0bmJDnesINLstjPbSQjOBxWLj5zvOaBt55hc/s200/LIAO+PEI+%25282%2529.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Opera di Liao Pei</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Essenzialità formale in Wang Yuhan ed una significativa trasposizione di un mondo interiore, di stati d’animo che si fanno materia cromatica, una materia che diventa coinvolgimento emozionale e ritmi plastici che intendono recuperare in una sintesi di colore l’oggettività della sua libera ispirazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il progetto della mostra è del maestro Ma Lin, l'organizzazione e l'ufficio stampa a cura di Segni d'Arte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La mostra, a cura di Nicolina Bianchi, sarà ospitata dal prossimo 11 marzo presso l'Arte Borgo Gallery di Roma. Le opere resteranno esposte fino al 23. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieM_T1Ra0k3jiR8hhxBANNNiEODBZjxMWlCHR9qzb4kU1fLP89a6AGfwG-9WOQ7pBfVezNWBxqay9psfoaHkbjBBvywMw27RB4bxRUdGC1rRvwEdVhc-iFGLvIn7suOtXcI00BdnNZPTE/s1600/WAN+YUHAN+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieM_T1Ra0k3jiR8hhxBANNNiEODBZjxMWlCHR9qzb4kU1fLP89a6AGfwG-9WOQ7pBfVezNWBxqay9psfoaHkbjBBvywMw27RB4bxRUdGC1rRvwEdVhc-iFGLvIn7suOtXcI00BdnNZPTE/s200/WAN+YUHAN+%25282%2529.jpg" width="149" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Opera di Wang Yuhan</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-61946934590448329902017-02-23T20:38:00.000+01:002017-02-23T20:38:11.769+01:00Leonardo e il suo CodiceOltre la storia e il mito, a Roma, Musei Capitolini.<br />
<br />
di Nicolina Bianchi<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC1yRzVR5U1xRfNnd1FVU9h59H_a4frjbq_K6WzS_aNQTbW67a7lffClgK4bqgjW4mJZx8-R9-L5SEPe5yCgAvrHet99BW1mTkLl6L6oNJMhdb-8F7YbghwepbC0tcbVjWmufDY_TPkak/s1600/leonardoeilvolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="164" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC1yRzVR5U1xRfNnd1FVU9h59H_a4frjbq_K6WzS_aNQTbW67a7lffClgK4bqgjW4mJZx8-R9-L5SEPe5yCgAvrHet99BW1mTkLl6L6oNJMhdb-8F7YbghwepbC0tcbVjWmufDY_TPkak/s320/leonardoeilvolo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Locandina</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Leonardo, con i suoi studi, le sue ricerche, i suoi disegni, le sue essenziali esperienze che hanno precorso e anticipato tutte le moderne logiche del volo e che ci permettono oggi di sorvolare il mondo osservando dall'alto le infinite meraviglie del nostro pianeta, arriva a Roma, ai Musei Capitolini, con una interessante Mostra dedicata al suo <i>Codice del volo degli uccelli</i>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un intrigante percorso espositivo propone per la prima volta nella Capitale, dal 21 gennaio al 17 aprile, l’originale dell’antico manoscritto che raccoglie il compendio di tutte le sue intuizioni elaborate sull'argomento.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Custodito nella Biblioteca Reale di Torino sin dal 1893, il <i>Codice</i> è un quaderno in cui Leonardo ha scritto, disegnato, illustrato tutti i suoi studi sul volo degli uccelli che era solito osservare quasi ogni giorno, con grande attenzione e ne elaborava una vera e propria teoria grazie alla quale riuscì a progettare le sue famose macchine volanti. Era, la sua, una rigorosa analisi del volo degli uccelli, una puntuale e scientifica elaborazione di progetti, di appunti, di disegni anche sulla loro fisionomia, sulla resistenza e sulle correnti dell’aria... “<i>Poiché - scriveva - l’ali son più veloci a premer l’aria che l’aria a sfuggire da sotto le ali l’aria si condensa e fa salire l’uccello al moto contrario al moto delle ali</i>”...</div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMOGHgksuxcl2uaEskYP7SY6nnv2syurBDa2tX-FmIh2rE4zkVLbCoMXRdA-y3_RpMHzuBCPj2khIBnca4IMTuFGjX7T6gkyXYV4WDDGrkBibHmJjKr4tFLH3Qr2CnWy0ds7qogVXBj90/s1600/codice.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMOGHgksuxcl2uaEskYP7SY6nnv2syurBDa2tX-FmIh2rE4zkVLbCoMXRdA-y3_RpMHzuBCPj2khIBnca4IMTuFGjX7T6gkyXYV4WDDGrkBibHmJjKr4tFLH3Qr2CnWy0ds7qogVXBj90/s320/codice.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Codice del volo degli uccelli</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il manoscritto, (18 carte e due copertine, numerose osservazioni sul volo degli uccelli, sui volatili, soprattutto sul nibbio, il più osservato, spiegazioni su come coniare medaglie e preparare colori, accurati disegni, figure geometriche, disegni meccanici e architettonici, sette disegni in sanguigna con figure vegetali e umane) è esposto in un <i>clima box</i> realizzato appositamente per mantenere il corretto livello di umidità relativa che consente comunque ai visitatori di ammirarlo integralmente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad intrigare ancor più l’osservatore nuove tecnologie multimediali <i>touchscreen </i>che permettono di sfogliare virtualmente, di navigare in alta risoluzione e di leggere grazie alla trascrizione in italiano e in inglese, il preziosissimo manoscritto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“<i>Il lavoro di Leonardo</i> - ha spiegato l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea Roberto Vittori, in collegamento durante la conferenza stampa - <i>è un intreccio di scienza arte e immaginazione, tre ingredienti che guidano anche l’avventura spaziale, una prosecuzione del suo lavoro. Non a caso una copia digitale è su Marte, a bordo del rover Curiosity</i>”. E proprio lo Spazio chiude simbolicamente la mostra: con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana è stato allestito uno spazio all'interno della mostra che idealmente collega il Codice all'esplorazione spaziale attraverso le immagini e il modello di ExoMars, il rover europeo che raggiungerà Marte nel 2020.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed ancora ad accompagnare il percorso contenuti multimediali appositamente realizzati per l’allestimento, Sky 3D con una suggestiva sequenza di immagini tridimensionali dal documentario <i>Alla conquista dei cieli</i> di David Attenborough interamente dedicato al volo. Immagini che permettono una percezione “immersiva” dei prototipi realizzati da Leonardo messi a disposizione del pubblico dall’Istituto TeCIP della Scuola Universitaria Superiore sant'Anna di Pisa, partnership nell'organizzazione dell’evento.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjORZzKFIOuSziNQnebmaTE-E_fMjNHJCFhubApcP-NNtqwHYg1WMVHh1SIptnxqrdvd1tN9IQrpf87mYlU0kMHwsEQ1eC95UYAYFLsFAu9BjTRj6AyYUORj9Zom9qSGSAvJFmTmyAWjIQ/s1600/presicce.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="128" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjORZzKFIOuSziNQnebmaTE-E_fMjNHJCFhubApcP-NNtqwHYg1WMVHh1SIptnxqrdvd1tN9IQrpf87mYlU0kMHwsEQ1eC95UYAYFLsFAu9BjTRj6AyYUORj9Zom9qSGSAvJFmTmyAWjIQ/s200/presicce.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Sovrintendente Claudio Presicce</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<i>La grande intuizione del valore del metodo scientifico fondato sulla sperimentazione</i>, afferma Claudio Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, <i>è ben evidente negli appunti e disegni del Maestro giunti fino a noi e testimoniano l’importanza che egli prestava all'osservazione empirica della natura e il rigore delle sue numerose indagini pratiche. Quando il sommo artista e scienziato si getta nel grande sogno di dare ali all'uomo studiando perché, e come, l’uccello vola, scopre il primo principio della meccanica. Che a ogni azione cioè, corrisponde una reazione uguale e contraria: “Tanta forza si fa con la cosa incontro all'aria, quanto l’aria contro la cosa”. Così, per studiare la resistenza dell’aria Leonardo costruisce un’ala battente che lo porterà a una delle prime applicazioni di questa intuizione: il famoso progetto di paracadute risalente al 1485 circa, costituito da una struttura rigida di forma piramidale, 7,20 m di base per 7,20 m d'altezza, rivestita di tela di lino inamidata, per renderla compatta e impermeabile all'aria. </i></div>
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La mostra, notevole interesse culturale e di grande impatto emozionale, con la curatela di Giovanni Saccani e Claudio Giorgione, nasce da un’idea dell’Associazione Culturale MetaMorfosi che ne ha curato l’organizzazione con Zétema Progetto Cultura; è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.</div>
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-1527879758503752212017-02-20T13:53:00.000+01:002017-02-20T14:26:51.388+01:00Artemisia Gentileschi: un’artista fuori dal tempoL’esposizione a Palazzo Braschi di Roma.<br />
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di Renato Sales</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPI1FhZExgXDi2_GX8fiFaEp7yYPrDQoEPsqVcQzgT2HsB_IHQ5Uo2lw2xnEueixS69O-AlUHqg5J6SnGULz6dHv7g_lLhfD4Fq4AJs-k0KrXQGMzKO8C9v0RiIf2APifOZZAaBenFIZE/s1600/22_Maddalena+penitente.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPI1FhZExgXDi2_GX8fiFaEp7yYPrDQoEPsqVcQzgT2HsB_IHQ5Uo2lw2xnEueixS69O-AlUHqg5J6SnGULz6dHv7g_lLhfD4Fq4AJs-k0KrXQGMzKO8C9v0RiIf2APifOZZAaBenFIZE/s200/22_Maddalena+penitente.jpg" width="156" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maddalena penitente</td></tr>
</tbody></table>
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Artemisia Gentileschi, prima che artista dal talento sconfinato e dalle capacità tecniche raffinate, fu donna di inarrestabile energia, dotata di una volontà risoluta e di un carattere irriducibile. Qualità che le permisero di entrare all’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, che la spinsero a imparare a leggere e a scrivere da autodidatta e in età adulta; a suonare il liuto, a frequentare il mondo culturale dell’epoca, a superare le violenze familiari, lo stupro per opera di Agostino Tassi, le difficoltà economiche e a tessere una furiosa storia d’amore col nobile Francesco Maria Maringhi testimoniata da un epistolario appassionato.<br />
A questo genio della pittura, e della vita, il Museo di Roma dedica la vasta e completa retrospettiva <i>Artemisia Gentileschi e il suo tempo</i> allestita nelle sale di Palazzo Braschi.</div>
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Artemisia, con la sua vita, e nelle sue opere, supera i limiti circoscritti della sua sfera temporale e incarna la metafora della rinascita e della metamorfosi: da bambina violata dall’amico e sodale del padre, a donna coraggiosa, pittrice controcorrente ed eroina, e approda alla grande storia dell’arte. <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqWmwftBF-aRBSiDqZDX51WZ5IixdfbBfgeDcKXN5PFKg86kd5r6c1dEv_zqeerqQUn0bg4WlCL2L1flGwxL8ZSs140ypN3stpcP-_FQeLKQqqe7PUFvlJ_IZ_FWqqS7HtbLbnocZ6S4Q/s1600/16_Autoritratto+come+suonatrice+di+liuto.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqWmwftBF-aRBSiDqZDX51WZ5IixdfbBfgeDcKXN5PFKg86kd5r6c1dEv_zqeerqQUn0bg4WlCL2L1flGwxL8ZSs140ypN3stpcP-_FQeLKQqqe7PUFvlJ_IZ_FWqqS7HtbLbnocZ6S4Q/s200/16_Autoritratto+come+suonatrice+di+liuto.jpg" width="185" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Autoritratto suonatrice di liuto</td></tr>
</tbody></table>
Usa la forma della biografia e la declina con la pittura nelle figure tragiche e spettacolari delle sue Giuditte, delle Cleopatre, delle Maddalene, delle sante, dame o suonatrici. Le sue donne vendicatrici non sono tuttavia corpi da bacheca, da messa in scena, ma sono come sospese tra la luce del riscatto e le cupe ombre del Caravaggio a dimostrare che la personalità e l’esistenza stessa della donna non può essere confusa, o sovrapposta, con il suo corpo.</div>
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Il percorso espositivo permette non solo di godere di capolavori assoluti come <i>Giuditta che taglia la testa a Oloferne</i>, <i>Ester e Assuero</i>, l’<i>Autoritratto come suonatrice di liuto</i>, <i>Susanna e i Vecchioni</i> e moltissimi altri, ma consente di mettere in relazione le opere dei suoi soggiorni a Roma, a Firenze, a Napoli e Venezia (periodo sui quali vi è ancora molto da indagare e conoscere) o la breve parentesi londinese con quelle dei pittori attivi in quegli anni: da Guido Cagnacci a Simon Vouet, da Giovanni Baglione a Cristofano Allori, Francesco Furini, Giovanni Martinelli, Jusepe de Ribera, Francesco Guarino e altri. La rassegna presenta così ben 100 opere, che consentono un viaggio unico nell’arte della prima metà del XVII secolo.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBTGSG8d0i7JwrBw0GXh1HXkKeAUO2-U2E2Mp3DkaW0pbBFofLuLR2DoKmPWJdu37MgiQN5PCFDxHHL2xMY7mFEujvYP43TZ6No4BYYRHogN7Yo-MAYUJZEbQvqefjHKSaf2-lLinPmRM/s1600/18_Susanna+e+i+vecchioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBTGSG8d0i7JwrBw0GXh1HXkKeAUO2-U2E2Mp3DkaW0pbBFofLuLR2DoKmPWJdu37MgiQN5PCFDxHHL2xMY7mFEujvYP43TZ6No4BYYRHogN7Yo-MAYUJZEbQvqefjHKSaf2-lLinPmRM/s200/18_Susanna+e+i+vecchioni.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Susanna e i vecchioni</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La mostra, che gode del patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group ed è stata organizzata in sinergia con Zètema Progetto Cultura.</div>
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L’esposizione, che rimane aperta sino al 7 maggio 2017, nasce da un’idea di Nicola Spinosa ed è curata dallo stesso Spinosa per la sezione napoletana, da Francesca Baldassari per la sezione fiorentina e da Judith Mann per la sezione romana.</div>
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Il catalogo è di Skira.</div>
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-29682930292402738132016-12-16T19:07:00.000+01:002016-12-19T18:37:28.592+01:00Bellotto e CanalettoIl mondo in cinemascope a Milano, Gallerie d'Italia.<br />
<br />
di Renato Sales<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbYCbQkrWPKSRE3GnwlIjexxLtR-biRWI3YdNl-WGuyrHxh0OjO9kavC8cXfT3uElllpYdwVvuxLARhsib6qtrBM1Ze-Hz0_nHnTBKY2X8DR0v8Tu95URr0KVKHZOkvyw_31khYj5CqP8/s1600/GdI_BellottoCanaletto_Mostra_08.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbYCbQkrWPKSRE3GnwlIjexxLtR-biRWI3YdNl-WGuyrHxh0OjO9kavC8cXfT3uElllpYdwVvuxLARhsib6qtrBM1Ze-Hz0_nHnTBKY2X8DR0v8Tu95URr0KVKHZOkvyw_31khYj5CqP8/s320/GdI_BellottoCanaletto_Mostra_08.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mostra Bellotto e Canaletto</td></tr>
</tbody></table>
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La mostra “<i>Bellotto e Canaletto. Lo stupore della luce</i>”, che il museo di Piazza Scala, a Milano, dedica ad Antonio Canal, il Canaletto, e a suo nipote Bernardo Bellotto, si propone per lo meno tre obiettivi. Presentare, per la prima volta, quasi un terzo dei capolavori di Bellotto, altrimenti conservati in istituzioni o in collezioni private disperse nei più disparati angoli della terra. Delineare il “vedutismo veneziano”, che tanto caratterizzò il Settecento. Illustrare le ragioni che fecero di Bellotto e Canaletto i massimi esponenti di quella corrente d’avanguardia. In che modo? Attraverso “lo stupore e la luce”. </div>
<div style="text-align: justify;">
La luce, innanzitutto. Bellotto transita dai toni freddi, azzurro tenue, grigioverdi, verdi freschi delle prime opere, sature di una luce vitrea e malinconica, con un taglio pittorico più incline alla narrazione della vita quotidiana, alla serie di <i>Vedute di Dresda</i> e di Pirna, eseguita per Augusto III, nella quale il colore del cielo, della pietra, dei tetti, delle cose, è rappresentato con piccole “macchie” agili e veloci, animate da toni rossi e rosso-bruni accesi. La luce della luna, in forte contrasto con le ombre, invade gli ambienti. </div>
<a name='more'></a><br />
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E, poi, lo stupore. A differenza dello zio, Bellotto ha una resa quasi fotografica degli edifici e degli ambienti urbani, un trattamento più dinamico del cielo e dell'acqua, chiaroscuri più intensi e drammatici, oltre a una quantità assai più varia di luoghi ritratti. Le sue note e molte vedute delle varie capitali europee si distinguono per una tecnica “cinematografica” grazie a un gran numero di dettagli, che ci permettono di avere oggi un'impressione molto chiara non solo dell'architettura e delle condizioni di vita e di lavoro di allora, ma che ci fanno dire con André Breton “il meraviglioso è sempre bello, anzi, solo il meraviglioso è bello”.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHL6-YAa3ohPqENU7Zq9_kFjx3GyxiVz9X-fKiyRj5iKEQ7KTxiyomLRZohM-DVExIpKBWoVm2frPpfZA8_331XUAVCWMRToh_caw6yYUaqrV866KQvkGgXxks5V2vOoT_qFX5zOyaNZ0/s1600/Bellotto_05.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHL6-YAa3ohPqENU7Zq9_kFjx3GyxiVz9X-fKiyRj5iKEQ7KTxiyomLRZohM-DVExIpKBWoVm2frPpfZA8_331XUAVCWMRToh_caw6yYUaqrV866KQvkGgXxks5V2vOoT_qFX5zOyaNZ0/s320/Bellotto_05.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bellotto, Dresda dalla riva sinistra dell'Elba, 1748,<br />
olio su tela, cm. 133 x 235.</td></tr>
</tbody></table>
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La rassegna segue una traccia tematica e non cronologica delle opere. Il percorso è articolato in dieci sezioni e pone a confronto i due artisti sotto il profilo degli interessi e della tecnica. Infatti, mentre Canaletto s’impone a livello europeo grazie all'adozione geniale delle più moderne ricerche sull'ottica (è in mostra anche la “camera ottica” che egli mise a punto e utilizzò per le sue creazioni), Bellotto ne apprende in un primo tempo i segreti compositivi per poi elaborarli in seguito secondo una personale chiave interpretativa: approfondisce la prospettiva grazie a un gioco d’ombre più incisivo, ne tempera la luce e dedica maggior attenzione al particolare e al quotidiano, così come detto prima.</div>
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La mostra comprende 100 opere tra dipinti, incisioni e disegni e alcune rarità come la prima versione della Fantasia architettonica con autoritratto di Bellotto, mai esposta in Italia. La rassegna, patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Comune di Milano, è aperta al pubblico fino al 5 marzo 2017. L’esposizione è organizzata da Intesa Sanpaolo con la curatela di Bozena Anna Kowalczyk e il coordinamento di Gianfranco Brunelli in partnership con alcuni tra i più importanti musei europei (la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, lo Zamek Kròlewski di Varsavia, il Castello Sforzesco di Milano) e si avvale della collaborazione di prestigiose istituzioni private e musei pubblici nazionali e internazionali, tra cui la Pinacoteca di Brera, il Museo di Capodimonte, il Museo Correr di Venezia, The Royal Collection, il Museo Thyssen Bornemisza di Madrid, l’Hermitage di San Pietroburgo, The Metropolitan Museum of Art di New York, The J. Paul Getty Museum di Los Angeles e The National Gallery of Victoria di Melbourne.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivJT8RYlBw6C1eXeYbW5gzlDc-8gEz2o8LNKP_JkGINkdpQBfu3nDa7wmhiaDhTmENZAOrrYsDOIKiPmRaC-OFeopUVu82oWw-zCN-4O2YLZxW9pyR_fC1Z6oNzwO8Vtm4PUSDr-Yp5jY/s1600/Canaletto_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivJT8RYlBw6C1eXeYbW5gzlDc-8gEz2o8LNKP_JkGINkdpQBfu3nDa7wmhiaDhTmENZAOrrYsDOIKiPmRaC-OFeopUVu82oWw-zCN-4O2YLZxW9pyR_fC1Z6oNzwO8Vtm4PUSDr-Yp5jY/s400/Canaletto_01.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Canaletto, <span style="font-size: 12.8px;">Il Canal Grande con il Ponte di Rialto da sud, Venezia, </span><br />
<span style="font-size: 12.8px;">1740 ca, olio su tela, cm. 45 x 76.</span></td></tr>
</tbody></table>
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<br /></div>
<br />SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comMilano, Italia45.4654219 9.1859243000000145.2872319 8.86320080000001 45.6436119 9.508647800000011tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-26975176177522285482016-12-04T18:17:00.002+01:002016-12-04T18:19:28.620+01:00Colors di Paolo GottiLa fotografia protagonista a Corte Isolani di Bologna.<br />
<br />
di Manuela E. Ottaviani<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoOWcERsB2TnGbcidIgpL0PMRnNew3Ykj0aIzAgOlNIEvz_69L3yzxnouxwpueHddRdZNy7bRTGkPLm6P0VGgmfAsmho29bMpHRF6yklkC9oqDBWSI57zLLTUBIH9uPnpXVGmHLMk-tvg/s1600/paologotti1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoOWcERsB2TnGbcidIgpL0PMRnNew3Ykj0aIzAgOlNIEvz_69L3yzxnouxwpueHddRdZNy7bRTGkPLm6P0VGgmfAsmho29bMpHRF6yklkC9oqDBWSI57zLLTUBIH9uPnpXVGmHLMk-tvg/s320/paologotti1.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paolo Gotti, Colors.</td></tr>
</tbody></table>
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Ad un anno dalla precedente esposizione <i>Crossing Over</i>, l’architetto e fotografo Paolo Gotti torna nello storico ed esclusivo spazio di Corte Isolani di Bologna con un allestimento dove protagonista assoluto è il Colore.</div>
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In 40 anni di attività l’artista ha viaggiato attraversando tutti i continenti ed ha osservato il mondo con lo sguardo attento dell’architetto, abile nel riconoscere la struttura di paesaggi e situazioni, ma anche con la acuta sensibilità del fotografo in grado di catturare emozioni e sentimenti. Dal 1985 presenta le sue opere in esposizioni di notevole impatto visivo dove illustra mondi lontani e tematiche umane sempre di notevole interesse. </div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
La mostra <i>Colors</i> è dedicata al “colore”, quell'affascinante fenomeno analizzato da scienziati ed artisti nel corso dei secoli, soprattutto pittori, che in ogni epoca hanno tentato di padroneggiare le sue infinite tonalità per creare paesaggi ed esprimere stati d’animo.</div>
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Ed è proprio ai grandi artisti del passato che Paolo Gotti vuole collegare le sue opere rendendo omaggio a chi ha dedicato la sua vita allo studio della luce e al grande fascino del mondo cromatico. La foto della facciata di una casa richiama i quadri di Hopper mentre un albero che svetta su un murales ci conduce ad un ideale paesaggio di Van Gogh, un campo di fiori rimanda invece a Renoir e alla sua ricerca di una gioiosa e poetica luminosità, così come le infinite <i>nuances</i> naturali dell’oceano si collegano ad Hans Hoffman, ai suoi studi sulla luce ed al suo importante rapporto con il dipinto. Tanti altri sono gli artisti del passato di cui il fotografo bolognese riconosce tracce visive nei propri lavori in un progetto che vuole fare da ponte tra passato e presente creando un legame tra fotografia e pittura ma soprattutto tra realtà, fantasia ed immaginazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
L’evento espositivo sarà inaugurato il prossimo 16 dicembre e si concluderà il 31 gennaio 2017.</div>
<div>
<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comBologna, Italia44.494887 11.34261630000003244.3136765 11.019892800000031 44.6760975 11.665339800000032tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-46519916559500879122016-11-14T19:42:00.000+01:002016-11-20T15:02:41.439+01:00Natura in ScenaPersonale di Costanza Alvarez De Castro allo Spazio Makemake di Roma.<br />
<br />
di Giancarlo Arientoli<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdXmbujIB6RKWGGr1OgrCOEAkmX9kPiOrxXbn_J9JJ-Y1O5w5zWnkGjcGQDJNDOQuHAm8j-wuTADYuVyQjhKwaOnZ75B6J6VFvGzPYIhyphenhyphens4DZq9N4A3K8ylh1U0O34431rceEaxlTReYg/s1600/Melograno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdXmbujIB6RKWGGr1OgrCOEAkmX9kPiOrxXbn_J9JJ-Y1O5w5zWnkGjcGQDJNDOQuHAm8j-wuTADYuVyQjhKwaOnZ75B6J6VFvGzPYIhyphenhyphens4DZq9N4A3K8ylh1U0O34431rceEaxlTReYg/s200/Melograno.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Melagrana, 2015, cm 50 x 50.<br />
Olio e pastelli a olio su tela.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il frutto del melograno ha colpito l’immaginazione di molti popoli fin dall'antichità, stimolando miti e racconti che si sono con il tempo sedimentati in una ricca simbologia, patrimonio di più culture, l’ebraica, la greca, l’araba, l’indiana, la cristiana. Simbolo di fertilità e dunque di vita, ma anche di morte e dunque di rinascita, rappresenta bene quel ciclo dell’eterno ritorno che caratterizza la natura, i suoi frutti e le sue creature. </div>
<div style="text-align: justify;">
Rappresenta anche, meglio di qualsiasi altro soggetto, la mostra Natura in Scena, che propone al pubblico la più recente produzione della giovane artista Costanza Alvarez De Castro, per la cura di Giovanni Argan, presso lo Spazio Makemake di Roma fino al 17 novembre. Una mostra con un progetto allestitivo semplice, al contempo accattivante, che pone il visitatore in contatto "fisico" con le opere esposte, quasi ad invitarlo a prendervi parte.</div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFSR5en5Zq7RH1qIj1zdBFQOBTGO4C2blqCBHMzXmLl3mebbsWT5P0wjnEYc1ZNxx8wIBUzNhMiCdTd49Cdf7O2QHqtUrcjKm93pXQvR-slos61jiI4CVLh3YmWsEcj_AjYEMdbzGckns/s1600/regina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFSR5en5Zq7RH1qIj1zdBFQOBTGO4C2blqCBHMzXmLl3mebbsWT5P0wjnEYc1ZNxx8wIBUzNhMiCdTd49Cdf7O2QHqtUrcjKm93pXQvR-slos61jiI4CVLh3YmWsEcj_AjYEMdbzGckns/s200/regina.jpg" width="131" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Regina, 2015.<br />
Olio su tela cm 46 x 30.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Quel che emerge fin dal primo sguardo è l’assoluta centralità del soggetto, frutto o creatura appunto, rispetto ad un contesto volutamente privo di qualsiasi segno che potesse distoglierne l’attenzione. Il melograno, intero o aperto, solo, in dittico o in trittico, arance e limoni, mele e mele cotogne sono presentati in primissimo piano come ad ammonirci della caducità dell’effimero; la Natura, seppur oltraggiata, presenta comunque i suoi doni. Sembrano capirlo le creature semplici, una lepre, un coniglio, delle pecore e dei tori che emergono dalle tele in modo realistico. Sembra capirlo Regina, la donna intenta a sbucciare una melagrana, quasi ad interrogarla per carpirne gli antichi segreti. </div>
<div style="text-align: justify;">
L’eccellente tecnica pittorica sposa una profonda sensibilità artistica e, possiamo intuire, umana. Non possiamo che riprendere le parole con cui Giovanni Argan chiude l’introduzione allo splendido catalogo della mostra, “Le opere in mostra presentano un’artista colta e talentuosa, che, con brillante tecnica pittorica, indaga la Natura nel suo profondo, restituendola in una rinnovata dimensione, in cui le pure forme della realtà si disvelano nel poetico mistero della loro essenza”</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx2g0yD16EdntIcv66IqUPDWlPdlr5oglFkGUZHoMh-1YiZGYr1DWD6Haq33JzzgtxK3XlKElJtSr33DMfi0Aa2fLu4wl7eO_RYBaDO4UBpBC1Ccob7v30ruWB2J4tgRpVhyphenhyphenSoo57bgq4/s1600/LCG_4610.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx2g0yD16EdntIcv66IqUPDWlPdlr5oglFkGUZHoMh-1YiZGYr1DWD6Haq33JzzgtxK3XlKElJtSr33DMfi0Aa2fLu4wl7eO_RYBaDO4UBpBC1Ccob7v30ruWB2J4tgRpVhyphenhyphenSoo57bgq4/s400/LCG_4610.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Trittico con cinque limoni, 2016, Olio e pastelli a olio su tela, cm 40 x 120.</td></tr>
</tbody></table>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-3938624466517128832016-11-13T22:34:00.000+01:002016-11-14T19:42:40.713+01:00Monet profeta dell'informaleAlla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo<br />
<br />
di Renato Sales<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT3-IaSeVtvgJXykefC4i6qg7WVj2LtAYvxZYVE36bwARem4uhl-3ghgm5eJCVARGeh0SuOUyBjCsoDwWCwIusIEKcQedADy9jBCeNQ4q9-ES-RTSBh5CrnJgmK580MuiVaxnW9bDuExk/s1600/Claude+Monet+a+Giverny.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT3-IaSeVtvgJXykefC4i6qg7WVj2LtAYvxZYVE36bwARem4uhl-3ghgm5eJCVARGeh0SuOUyBjCsoDwWCwIusIEKcQedADy9jBCeNQ4q9-ES-RTSBh5CrnJgmK580MuiVaxnW9bDuExk/s320/Claude+Monet+a+Giverny.jpg" width="236" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Claude Monet a Giverny <br />
davanti allo stagno delle ninfee, 1905</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
"Le Ninfee" sono un ciclo di 250 dipinti eseguiti da Monet nel giardino della sua casa a Giverny, sulla Senna, negli ultimi trent’anni. Molte di queste opere furono create nonostante fosse stato colpito da cataratta. </div>
<div style="text-align: justify;">
Monet è un pittore “seriale”, nel senso che per rincorrere un soggetto, magari mutevole come l’atmosfera, dipinge con grande rapidità su tele diverse e contemporaneamente. Guy de Maupassant così lo descrive: ”Una volta – racconta lo scrittore - prese tra le mani un temporale che batteva sul mare e lo gettò sulla tela, e quella che aveva così dipinto era proprio la pioggia”. Ancora. Nel ritrarre la Cattedrale di Rouen, Monet comincia una tela al primo mattino e, man mano che la luce varia e l’immagine si modifica, passa alla tela accanto, fino a riprodurre a fine giornata lo stesso soggetto in momenti e tonalità di colore diversi. Produce così alcune “serie” di quadri che raffigurano, oltre alla cattedrale, pioppi, pagliai e, appunto, le ninfee. </div>
<div style="text-align: justify;">
Queste ultime ossessioni, provenienti dagli Stati Uniti, sono ora esposte alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, nel parmense, con il titolo “Quelle ninfee che anticiparono l'Informale”.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Monet è attento alla ricerca di effetti di luce e di atmosfera; ha dedicato la vita a cercare le sfumature di colore che percepiva nella temperie delle città, delle campagne, dei porti. Il suo intento è quello di dare l’impressione visiva di un istante con piccoli tocchi di colore e rapide pennellate, senza mettere a fuoco i dettagli, come se tutto fosse visto in un colpo d’occhio. Nel 1874 espone un quadro che ha come soggetto un’alba nel porto di Le Havre, città dove aveva vissuto da piccolo. Non sapendo come intitolare l’opera la chiama semplicemente Impression,soleil levant. Nasce l’Impressionismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<div>
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCYfGhibvlK1MuKH-IryBpS4v-6p1ysiJq0Z3lFYJuxZsNQ6ZSHTT9QvTUi6NRRFma6Cqw5efMJG9sK5wnWTymb2NVsPzrBXjxpEzHjRdnDTlw2zSNzkYqsW_tccBxoBtpjquJk0jYqGo/s1600/Les+Bassin+des+Ninpheas.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCYfGhibvlK1MuKH-IryBpS4v-6p1ysiJq0Z3lFYJuxZsNQ6ZSHTT9QvTUi6NRRFma6Cqw5efMJG9sK5wnWTymb2NVsPzrBXjxpEzHjRdnDTlw2zSNzkYqsW_tccBxoBtpjquJk0jYqGo/s320/Les+Bassin+des+Ninpheas.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Claude Monet, Les Bassin des Ninpheas, <span style="font-size: 12.8px;">1904, olio su tela</span></td></tr>
</tbody></table>
<div>
Da quell’esposizione allo Stagno delle ninfee, armonia verde” del 1899, la vita e l’arte di Monet sono in effetti una lunga e profonda ricerca sulla rifrazione. L’analisi culmina con il ciclo delle Ninfee, che “si collocano – segnalano i curatori della mostra - a metà tra la pittura di paesaggio e una nuova pittura decorativa con aspetti artificiosi, quasi astratti, che hanno nella costruzione spaziale la loro novità. I toni cromatici, ora, non esprimono più solo le metamorfosi della luce e dei riflessi, ma sono mezzi che trascendono la realtà per creare qualcosa di completamente inedito, sovratemporale e intangibile”.</div>
<div>
E’ in questi termini che va inteso il titolo della rassegna. Informale, però, non nel senso di una pittura senza forma, senza alcuna idea di opera cioè, ma uno sforzo creativo libero d’improvvisare sull’onda delle emozioni, con figure appena riconoscibili, in uno spazio senza piani precisi, abbandonando la prospettiva geometrica e lasciando che solo i colori, e i materiali, siano i veri protagonisti della tela.</div>
<div>
In fondo, quando Monet dipinge con grande rapidità su diverse tele in gara con il movimento della luce, non ricorda forse i gesti veloci e istintivi, non controllati, di un Pollock, per esempio? L’Action painting, il vitalismo americano, la pop art nascono dunque dalle invenzioni pittoriche di quel grande Maestro francese che aveva saputo sublimare un fastidioso handicap in una profezia d’arte senza confini.</div>
<div>
<br />
<br />
<br /></div>
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comTraversetolo PR, Italia44.6392232 10.38175539999997544.594030200000006 10.301074399999974 44.6844162 10.462436399999975tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-59585191476788210402016-11-04T11:12:00.001+01:002016-11-13T22:43:42.131+01:00Picasso imagesLe opere, l'artista, il personaggio all'Ara Pacis di Roma.<br />
<br />
di Nicolina Bianchi<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVoTHbGn4mN_pPAtgCncjE8TAgeSODjQiWCwtvzVVMklEFKzoTTnKW1jo3xj2UfnfM3UaBFybSh5NQplTIda3rsm_NIzqAFKdIoKX4XGv0LATeGvE5Gy9dHeH7whItwijvBZdk-r-JPRo/s1600/publicpreview+%25287%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVoTHbGn4mN_pPAtgCncjE8TAgeSODjQiWCwtvzVVMklEFKzoTTnKW1jo3xj2UfnfM3UaBFybSh5NQplTIda3rsm_NIzqAFKdIoKX4XGv0LATeGvE5Gy9dHeH7whItwijvBZdk-r-JPRo/s320/publicpreview+%25287%2529.jpg" width="255" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Picasso images. Le opere, l’artista, il personaggio</i> è la mostra ospitata a Roma fino al 19 febbraio 2017 presso il Museo dell’Ara Pacis. Curata da Violette Andres e Anne de Mondenard, la Rassegna riesce a delineare attraverso esclusive immagini fotografiche il vissuto intimo ed artistico di una figura tra le più emblematiche e significative dell’arte del ‘900. Spirito innovatore e indipendente, sempre avverso a convenzioni o pregiudizi, Picasso che ha considerato ogni sua opera “non un punto d’arrivo ma un evento fortunato, un tentativo”, ha da sempre amato afferrare ogni possibilità di scoprire realtà che segnassero la sua evoluzione creativa con mezzi sempre nuovi e diversificati. La fotografia è stato uno dei mezzi privilegiati per approfondire la conoscenza di un mondo circostante ma anche di un mondo interiore ancor più profondo ed intrigante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le fotografie, circa duecento, rappresentano l’importante nucleo della mostra che accoglie anche una notevole selezione di opere grafiche, sculture e dipinti dell Musée national Picasso-Paris.<br />
<a name='more'></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La rassegna si articola in tre sezioni che testimoniano i numerosi ed importanti legami e collegamenti con il medium fotografico, come testimonianza di progresso evolutivo delle sue opere, alle importanti collaborazioni con fotografi d’avanguardia quali Brassai, soprannominato da Henry Miller “l’occhio di Parigi” e Dora Maar, che sarà in seguito sua compagna; fino alla sua maturità creativa quando la sua immagine d’artista molto diffusa dalla stampa dell’epoca contribuì a renderlo ancora più popolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è ideata da Electa in collaborazione con il Musée national Picasso-Paris ed organizzata con Zètema Progetto Cultura. Il catalogo edito da Electa, è arricchito da un importante fondo di fotografie del Musée national Picasso-Paris provenienti dagli archivi dell’artista stesso e dalla documentazione e acquisizioni del museo.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBPCfr9ovcpPCMD3M-l1OqG1V_dAhyphenhyphen1MOX7o8lsCJRHBZwSDp370nMLGvDt-qjPrtHrjBaBySk0JHBGNEmO8P8mQUAQfj-bxpldIdPKSgJmKK882Nah48GL5o8dPeSWWtfKTwAPVs2DRw/s1600/publicpreview+%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="335" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBPCfr9ovcpPCMD3M-l1OqG1V_dAhyphenhyphen1MOX7o8lsCJRHBZwSDp370nMLGvDt-qjPrtHrjBaBySk0JHBGNEmO8P8mQUAQfj-bxpldIdPKSgJmKK882Nah48GL5o8dPeSWWtfKTwAPVs2DRw/s400/publicpreview+%25289%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-size: x-small;">
</span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><br /></span>
<span style="font-size: x-small;"><br /></span>
<span style="font-size: x-small;">Crediti foto:</span><br />
<span style="font-size: x-small;">Sopra a sinistra: Gjon Mili (1904-1984), Pablo Picasso disegna un centauro servendosi di una penna luminosa nell'atelier Madoura, Vallauris, agosto 1949. Stampa senza data. Gelatina ai sali d’argento, 34,1 × 26,6 cm. Dono Eredi Picasso, 1992, inv. APPH1412. © Gjon Mili/The LIFE Picture Collection/Getty Images - © Succession Picasso by SIAE 2016</span><br />
<span style="font-size: x-small;">Sopra centrale:David Douglas Duncan (1916), Pablo Picasso danza davanti a Baigneurs à la Garoupe (1957) nell’atelier della sua villa La Californie, Cannes, luglio 1957. Stampa del 2013. Stampa digitale su carta Inkjet Gold Fibre Silk dal negativo originale, 50 × 60 cm. Dono di David Douglas Duncan, 2014, inv. DunDav119. © D.D.Duncan - © RMN-Grand Palais/Musée Picasso de Paris - © Succession Picasso by SIAE 2016.</span></div>
<span style="font-size: x-small;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><br /></span>
<span style="font-size: x-small;"><br /></span></div>
<span style="font-size: x-small;">
</span>SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-56768123235896883382016-10-21T22:22:00.001+02:002016-11-13T22:44:23.109+01:00Colori e ritmi di Stefania CecchettiUna importante performance di un nuovo percorso creativo.<br />
<br />
di Manuela E. Ottaviani<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivtjrQx84Rjqm-qZDXTqWBom8pzA25_vmlHoDMmcitbuVFFIyZVzZ11K2IzEIefs29kOFCGf_4zBiUHapMXueAHmW2YW6ZSFYEEK1nuvsZqOfxGdcrffcoMcOGkK7AYfffEp7CoobcYng/s1600/sabbia+sommersa.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivtjrQx84Rjqm-qZDXTqWBom8pzA25_vmlHoDMmcitbuVFFIyZVzZ11K2IzEIefs29kOFCGf_4zBiUHapMXueAHmW2YW6ZSFYEEK1nuvsZqOfxGdcrffcoMcOGkK7AYfffEp7CoobcYng/s200/sabbia+sommersa.jpeg" width="141" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sabbia sommersa, 2016</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Una intensa sinfonia di colori si sprigiona dalle opere di Stefania Cecchetti ed invade il raffinato spazio espositivo dell’Arte Borgo Gallery creando un percorso sensoriale dove vivaci armonie si rincorrono dando vita ad una perfetta melodia visiva. ll rosso intenso cattura immediatamente lo sguardo e si imprime nella mente, un ritmo veloce ed aggressivo appena mitigato dalla dolcezza di chiare fessure bianche aperte sull'infinito. Più solare la musica nelle tele dove la nota dominante è il giallo, il ritmo brillante fa espandere la mente mentre seguiamo in modo naturale il percorso suggerito con discrezione da luminosi fasci di luce. </div>
<div style="text-align: justify;">
Andare verso gli abissi o salire verso altezze sconosciute dipende solo da noi, l’artista ci lascia liberi di scegliere ed aggiunge qualche nota di nero per limitare tutta quella luce e creare un delicato equilibrio di consonanza pittorica ed emozionale.</div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOu290oX3CdCe7_Okh53A9B-EwtWJUO_NvVMTwA1tDpys9dK4oJWGpAljC7q1KfXR0OfAsKGYQVkRGgdVrSpM1dvrJ7D0qjAipYLJvQzi9D2hgDemSX_19uIvHGChaj7mIkMKSvSwCbe0/s1600/sabbia.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOu290oX3CdCe7_Okh53A9B-EwtWJUO_NvVMTwA1tDpys9dK4oJWGpAljC7q1KfXR0OfAsKGYQVkRGgdVrSpM1dvrJ7D0qjAipYLJvQzi9D2hgDemSX_19uIvHGChaj7mIkMKSvSwCbe0/s200/sabbia.jpeg" width="143" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sabbia, 2016</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Sulle note di un blu profondo ed avvolgente la musicalità cromatica si conclude, il colore delle spatolate davanti a noi e ci trasporta in uno spazio senza tempo dove cielo e terra si uniscono come in una danza magica che ci proietta oltre ogni confine. Soltanto alcune tracce del caldo oro del deserto ci tengono ancorati alla terra, piccole note di razionalità necessarie per non perdersi completamente nel fantastico mondo delle emozioni, ma anche preziose note di colore per immergersi sempre di più nel fantastico mondo della bellezza creativa dell’artista.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le due opere Sabbia e Sabbia sommersa resteranno esposte presso la <b>Arte Borgo Gallery</b> di Roma, Borgo Vittorio 25, dal <b>22</b> al <b>28 ottobre</b> 2016 per la collettiva <b>Sfumature Introspettive</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-69674422166123695382016-10-17T15:10:00.001+02:002016-10-17T15:13:34.385+02:00Il paesaggio interiore secondo HopperAl Complesso del Vittoriano la mostra del grande artista americano.<br />
<br />
di Renato Sales<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO9cyUqiBQ_i__kZPsKGi6Ex17l1wPYSdK2CgvTbL6cMZ2jNYBbJ_JZ4y5n0d38w8bhtdOTuHiaYTWvrHIZmHCn4FwZB_KLcUrSoEI3k6Z4rQA3hYkMYYpgkl7b6dp1WeE4YSLIBTjh14/s1600/Hopper_Self_portrait.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO9cyUqiBQ_i__kZPsKGi6Ex17l1wPYSdK2CgvTbL6cMZ2jNYBbJ_JZ4y5n0d38w8bhtdOTuHiaYTWvrHIZmHCn4FwZB_KLcUrSoEI3k6Z4rQA3hYkMYYpgkl7b6dp1WeE4YSLIBTjh14/s200/Hopper_Self_portrait.jpg" width="170" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Self Portrait (1903 -1906)<br />
Olio su tela cm 65,9 x 56,2<br />
<span style="font-size: 12.8px;">Whitney Museum, New York</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La domanda che ci si pone di fronte alle opere di Edward Hopper è se la sua produzione artistica sia pittura d’espressione o pittura d’evasione: di sicuro, chiunque ne osservi un dipinto lo fa con l’intento di evadere dalla propria personale realtà. Si può anche discutere sulla qualità del sogno indotto, ma la catarsi che innesca è necessaria e funzionale: ogni uomo ha bisogno di fuggire dal ritmo mortale dei suoi pensieri e tutto ciò che dà piacere (che sia un saggio di Benedetto Croce o un pamphlet di Walter Lippmann), se dà piacere, costituisce evasione. Hopper non è da meno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Al geniale pittore statunitense, Roma dedica una grande esposizione nell’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano. In mostra, fino al 12 febbraio 2017, sessanta capolavori realizzati tra il 1902 e il 1960 suddivisi in sei sezioni, che raccolgono ritratti, paesaggi, disegni preparatori, incisioni, oli e acquerelli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tema della solitudine è il filo rosso dell’intero suo universo espressivo ed è anche per così dire il walking bass di questa ben congegnata, singolarmente suggestiva, retrospettiva romana.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’artista di Nyack ha mescolato nella sua opera la dimensione reale e quella immaginaria, dando impulso a quel particolare stile della pittura yankee definito "realismo magico". Tendenza che lo rese il caposcuola degli artisti che dipingevano la "scena americana" della prima metà del Novecento. Caposcuola perché ha accentrato in sé ogni caratteristica e l’ha espressa alla massima potenza. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcFZd0py_sVmvFIvpbWCVwIrEIbKIHEF2lB2IXtiy59UUKHqxBuyLfLiqT6sMRy9MIaQI7buzi9NigT5cm1ykn7n3SGd9iiJ6pnBbUmL6cthtQmB_tdHpfvEe3JsgTtavS5oX-URpJrQ8/s1600/Hopper_Summer_interior.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcFZd0py_sVmvFIvpbWCVwIrEIbKIHEF2lB2IXtiy59UUKHqxBuyLfLiqT6sMRy9MIaQI7buzi9NigT5cm1ykn7n3SGd9iiJ6pnBbUmL6cthtQmB_tdHpfvEe3JsgTtavS5oX-URpJrQ8/s200/Hopper_Summer_interior.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Summer Interior (1909)<br />
Olio su tela cm 61,6 x 64,1<br />
<span style="font-size: 12.8px;">Whitney Museum, New York</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ma Hopper non è solo visione onirica, è anche indagine dell’inconscio e dei lati oscuri dell’esistenza come in <i>Summer Interior</i> (Interno d’estate, 1909), <i>New York Interior</i> (Interno a New York, 1921) ecc. La base emotiva delle sue opere è costituita dalla quotidianità della vita vissuta, ma in situazioni irreali e vagamente misteriose: pompe di benzina deserte, <i>Study for Gas</i> (Studio per benzina, un carboncino e gessetto bianco del 1940), binari arrugginiti che attraversano i prati, fari isolati sulla collina, case affacciate in riva al mare (<i>Cape Cod Sunset</i>), caffè deserti in cui ogni cliente è assorto nel proprio isolamento, con risultati vicini alla pittura metafisica di De Chirico. In questo senso, <i>Le Bistro</i> or <i>The Wine Shop</i> e <i>Soir Bleu</i> sono opere esemplari, in particolare quest’ultima, un dipinto di quasi due metri, che risulta atipico rispetto alla produzione usuale di Hopper, e che sarà possibile ammirare in via del tutto eccezionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhot63oQsM4Is6neCgnZOW26yW4PGoWmXFLp52cFbrj5UvBrL36-ogy3kcloHnu-vsmvv9wDNkm52NYouLIsKbbc6KpyRUG9cGg2ff8AzSZBF_8fQhczHIXGwIkQdQ-VtDyPA1xKB_gH4/s1600/Hopper_South_Carolina_Morning.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhot63oQsM4Is6neCgnZOW26yW4PGoWmXFLp52cFbrj5UvBrL36-ogy3kcloHnu-vsmvv9wDNkm52NYouLIsKbbc6KpyRUG9cGg2ff8AzSZBF_8fQhczHIXGwIkQdQ-VtDyPA1xKB_gH4/s200/Hopper_South_Carolina_Morning.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">South Caroline Morning (1955)<br />
Olio su tela cm 77,2 x 102,2<br />
Whitney Museum, New York</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La base tecnica all'origine dei suoi quadri non è la riproduzione dal vivo, ma nasce da una ricostruzione mentale, che accosta elementi osservati in tempi e in luoghi diversi. “Non dipingo quello che vedo - soleva ripetere - ma quello che provo”. Hopper ritrae zone d'ombra e di luce opalescente e gioca sul contrasto fra la luce naturale del sole, che suggerisce un'ora del giorno, e le composizioni che rivelano invece un'atmosfera sospesa. Si pensi a <i>Second Story Sunligh</i> (Secondo piano al sole, 1960) o a <i>South Carolina Morning</i> (Mattino in South Carolina, 1955).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma tutto questo, a nostro avviso, non basta. Il mondo rappresentato da Hopper è fatto di strade buie o di angoli accecati da una luce violenta e soffocante, un mondo in cui nessuno può essere sicuro, un mondo saturo di sentimenti clandestini e censurati, eppure è un mondo in movimento, pieno di sapida curiosità e di trepida incertezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Allora, in chiusura, l’altra domanda che ci si pone è: Hopper è un classico? Classico, per definizione, è l’opera che esaurisce tutte le possibilità della forma, e non può essere superata. Nessuno, sia esso scultore, pittore, o puro letterato, ci è ancora giunto. Qualcuno, pochi, ci sono passati vicino. Hopper, senza alcun dubbio, è tra questi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<b>Edward Hopper.</b> </div>
<div style="text-align: justify;">
Dal 1 ottobre 2016 al 12 febbraio 2017 al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini. Mostra realizzata sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, in collaborazione con l’Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOWh6Na_oULOTApHiPnWJuCTs4Vs7qbHNxcEgY8h-dCXGm6vDrua4_DJXqWouHI1jjM3lPIUJsMVBelTh3YQsDXi3_Pxmk_evVlJ00kVsCTFefhaD9vumU0A9UWqbCUc3VcN2G0S7W468/s1600/Soir_Bleu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="312" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOWh6Na_oULOTApHiPnWJuCTs4Vs7qbHNxcEgY8h-dCXGm6vDrua4_DJXqWouHI1jjM3lPIUJsMVBelTh3YQsDXi3_Pxmk_evVlJ00kVsCTFefhaD9vumU0A9UWqbCUc3VcN2G0S7W468/s640/Soir_Bleu.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Soir Bleu (1914), Olio su tela cm 91,8 x 192,7 - Whitney Museum of American Art, New York</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-60690963177145065662016-10-11T22:59:00.000+02:002016-10-12T19:03:49.585+02:00Habemus Papam. Il gallo è morto.Woytek all'Ex Cartiera Latina di Roma.<br />
<br />
di Marisa Baldi<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhCjZYznbxXtiv7x_5kvD3kAh7m9OmYU_TAz7zTI0BlkQ_mxLN3m46zmnnEWawnNFHQNh_NKxLBGEvW5yEzwIiJLVDYiBJECjvArZwPO6uvnwuQXcdu48M7hu-199bbCezBHimGxyh57g/s1600/01+w.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhCjZYznbxXtiv7x_5kvD3kAh7m9OmYU_TAz7zTI0BlkQ_mxLN3m46zmnnEWawnNFHQNh_NKxLBGEvW5yEzwIiJLVDYiBJECjvArZwPO6uvnwuQXcdu48M7hu-199bbCezBHimGxyh57g/s320/01+w.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“Habemus Papam. Il gallo è morto” di Woytek<br />
ed alcuni pannelli nello studio dell’artista</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
“<i>Habemus Papam. Il gallo è morto</i>”, è la scultura in bronzo dell’artista polacco Woytek, perfezionatosi alla Scuola di Scultura di Friburgo e residente da anni in Germania, che è stata allestita a Roma presso gli spazi espositivi dell’Ex Cartiera Latina dal 1° al 16 ottobre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’inedita installazione, costituita dalla scultura di circa 250 cm., raffigurante un Vescovo con in mano un gallo, e da pannelli con disegni preparatori, è stata presentata in occasione delle Manifestazioni culturali del Giubileo della Misericordia. L’evento, presentato in Germania a Walldorf ed a Colonia non poteva avere qui a Roma sede migliore per il nuovo progetto. <i>Habemus Papam. Il gallo è morto</i> - <i>così legata</i>, come scrive la curatrice Stefania Severi, alla “<i>tematica è quella del libero arbitrio in relazione all'intervento divino quale si presenta nel brano evangelico relativo al tradimento di Pietro: prima che il gallo canti mi rinnegherai tre volte</i>”, ha avuto il suo “battesimo” artistico a Roma la città di Pietro, Primo Vescovo, e la struttura della Ex cartiera latina a pochi metri dalla Chiesetta del Quo Vadis, sulla storica via Appia dove Pietro che stava fuggendo da Roma, ha incontrato Cristo e, sotto il segno divino, è tornato indietro.</div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkd59badMvsHPxHqOewIdklUAbsRItPzTOD1j-tDLJrRJBKe5FYUvjxSm1WPER4R3LG5Gf0x9ognLrdl3fFgoGYnQbJmgtR5oeZ42eE1c0yRq24KTBfOuJtzHEnScnUqJkddd6xWnYxYs/s1600/07+w.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkd59badMvsHPxHqOewIdklUAbsRItPzTOD1j-tDLJrRJBKe5FYUvjxSm1WPER4R3LG5Gf0x9ognLrdl3fFgoGYnQbJmgtR5oeZ42eE1c0yRq24KTBfOuJtzHEnScnUqJkddd6xWnYxYs/s320/07+w.jpg" width="211" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“Habemus Papam. Il gallo è morto” <br />
di Woytek, bronzo cm 250</td></tr>
</tbody></table>
Grande storia di arte e spiritualità che ha emozionato il folto pubblico che affollava gli spazi della Ex Cartiera, Sala Appia, suggestiva location, nella giornata della inaugurazione. Emozione e suggestione quindi ancor più valorizzate dalla lettura di testi a tema e dall'esecuzione inedita in Italia, di brani che il celebre musicista tedesco Timo Jouko Herrmann ha espressamente scritto per l’artista.<br />
<br />
L’evento, molto ben inserito nello spirito del Giubileo della Misericordia, quella stessa misericordia divina che ha perdonato Pietro e alla quale l’opera di Woytek è ispirata, si avvale del Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, dell’Ambasciata del Granducato di Lussemburgo, dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia.<br />
<br />
Curatrici della Mostra-Evento Stefania Severi e Maria Luisa Caldognetto.<br />
<br />
Catalogo: Edizioni Convivium di Luxembourg con testi di Stefania Severi, Maria Luisa Caldognetto, Marion Vogt e Timo Jouko Herrmann.<br />
<div>
<br />
<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comRoma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-4241661422799135692016-10-11T22:24:00.001+02:002016-10-11T23:00:28.483+02:00Il Caravaggio di Roberto Longhialla Pinacoteca Francesca Podesti di Ancona.<br />
<br />
di Nicolina Bianchi<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUtMp3sZcyS-Zx8Ny32s03xKM1JJQqSPFKQYvtnrtSP_awEKpfjW4cqPbSM0oyRLIH4Z1a2ak3sw5xSxDiRtkJCdkjrC1w-uvaXjp09WAA3ActYy2rJEvzMkk_E69BrpQpGzj6deA0UgA/s1600/Disegno+di+R.+Longhi+w.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUtMp3sZcyS-Zx8Ny32s03xKM1JJQqSPFKQYvtnrtSP_awEKpfjW4cqPbSM0oyRLIH4Z1a2ak3sw5xSxDiRtkJCdkjrC1w-uvaXjp09WAA3ActYy2rJEvzMkk_E69BrpQpGzj6deA0UgA/s320/Disegno+di+R.+Longhi+w.jpg" width="256" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Disegno dal dipinto di Caravaggio <br />
Fanciullo morso da un ramarro <br />
di Roberto Longhi 1930</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il <i>Ragazzo morso da un ramarro</i> (1596/1597), un significativo capolavoro giovanile del Caravaggio (Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Milano 1571 - Porto Ercole 1610), periodo romano, è l’<i>one picture show</i> proposta all’interno della Mostra <i>Il Caravaggio di Roberto Longhi</i> in esposizione presso la pinacoteca Francesco Podesti di Ancona. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
L’evento espositivo, a cura di Maria Cristina Bandiera, direttrice scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, consente al pubblico degli osservatori di cogliere tutti i particolari di questa unica opera, dagli esiti della luce ad una più approfondita interpretazione di quel particolare sentimento o meglio ancora, di quell’intimo desiderio del Caravaggio di rendere inedito “testimone”, più che semplice “spettatore”, colui che si trova di fronte al dipinto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così l’osservatore partecipa con ciò che accade al ragazzo nel momento in cui, morso improvvisamente dal ramarro, si ritrae ferito e impaurito. Quel gesto di sgomento, quello sguardo terrorizzato accanto a quella luminosa trasparenza del vaso, alla splendida natura morta sottolineata da numerosi dettagli, fanno dell’opera un notevole esempio della preziosa realtà pittorica del grande Caravaggio che fin dalla prima giovinezza, con la sua pittura ha cercato i grandi valori dell’esistenza nella natura e nell’uomo.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjYFMAKo4MVjliqBUsDEPiIWnIL9TZXmW-DrOb9N2br3PHmj8iNj9xwIPwDznWSR-W2F03cQ5rXLukS8HeuqqrYwMLMM8QxzPI8sdaknAMaiCA_2l9qAROr_piPrfQqTSsY0LcHPYdQ3A/s1600/Dipinto+di+Caravaggio+w.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjYFMAKo4MVjliqBUsDEPiIWnIL9TZXmW-DrOb9N2br3PHmj8iNj9xwIPwDznWSR-W2F03cQ5rXLukS8HeuqqrYwMLMM8QxzPI8sdaknAMaiCA_2l9qAROr_piPrfQqTSsY0LcHPYdQ3A/s320/Dipinto+di+Caravaggio+w.jpg" width="246" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fanciullo morso da un ramarro<br />
Caravaggio, 1596-1597</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Questa Mostra ci fa conoscere meglio anche lo storico dell’arte Roberto Longhi che acquistò l’opera nel 1928 circa, e da sempre poi conservata come preziosità della sua collezione nella sua Villa Il Tasso, in Toscana, oggi sede della Fondazione a lui intitolata.<br />
<br />
A Caravaggio, da lui inteso come il primo pittore dell’età moderna, il Longhi dedicò una vita di studio e ricerca, dal breve saggio <i>Due opere del Caravaggio</i> del 1913 fino alla grande monografia del 1952, anticipata nel 1951 dalla “<i>Mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi</i>”, allestita a Milano in Palazzo Reale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <i>Ragazzo morso da un ramarro</i>, che negli ultimi due anni è stato esposto al Musée Jacquemart-André di Parigi, al Museo Pushkin di Mosca, al The National Museum of Western Art di Tokio e al Museo Thyssen Bornemisza di Madrid, ad Ancona ora vive il suo momento di rinnovata celebrità espositiva. Accanto al famoso dipinto caravaggesco è esposto un disegno a carboncino della sola figura del fanciullo realizzato nel 1930 dallo stesso Roberto Longhi, che ci permette di apprezzarlo anche come bravo disegnatore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Il progetto del suggestivo allestimento è a firma dello Studio Salmoni e Associati. In una apposita sala video un filmato dal titolo: <i>Caravaggio tra Roma e Firenze. Dai Medici a Roberto Longhi.</i></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’evento è promosso dal Comune di Ancona, dalla Pinacoteca Civica Francesco Podesti, che intende così valorizzare il nuovo allestimento che segue un lungo e impegnativo restauro, dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi e da Civita Mostre.<br />
<br />
<br /></div>
SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comAncona, Italia43.6158299 13.51891499999999343.5238114 13.357553499999993 43.7078484 13.680276499999993tag:blogger.com,1999:blog-6100096309158388724.post-37399086266237963422016-10-09T18:30:00.000+02:002016-10-09T18:57:52.756+02:00Maya. Il linguaggio della bellezza.A Verona una mostra ricca di storia e di mistero.<br />
<br />
di Giancarlo Arientoli<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
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</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAeSA9ytPNhY-ts4Ruy2PnZfvdnxKVyZjCJxzo5Xohxz4zna0KNc-vS4dcWTIcTMvIebcxkas9kMkOvbdvxH7A1q0ForoWI4swug_wKoZK0VUDLYNGuxvnSwcA2kVtMw-6xihm1xT-tyQ/s1600/15_Maschera+funeraria.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAeSA9ytPNhY-ts4Ruy2PnZfvdnxKVyZjCJxzo5Xohxz4zna0KNc-vS4dcWTIcTMvIebcxkas9kMkOvbdvxH7A1q0ForoWI4swug_wKoZK0VUDLYNGuxvnSwcA2kVtMw-6xihm1xT-tyQ/s200/15_Maschera+funeraria.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maschera di giada.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Al Palazzo della Gran Guardia di Verona approda una delle più grandi ed esaustive mostre che siano mai state prodotte sui Maya, con oltre 250 opere provenienti dai principali musei del Messico; sculture in pietra, stele monumentali, elementi architettonici, figurine in terracotta, vasi, maschere in giada, e utensili della vita di tutti i giorni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri. Una mostra che cerca di far luce su una delle civiltà più ricche di storia e di mistero attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando la decifrazione della loro scrittura, e una lettura storico-artistica e non solo archeologica delle loro opere, appartenenti ai tre grandi periodi - pre-classico, classico e post-classico - che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. hanno visto fiorire questo popolo.</div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5JsXfKxoMnAogXn2b01k9UVHz4jftIaqHc0i3dlRxhizJMT-kqdoR6M4e12IvyHEpGb0RtELu7PAhAqkmF3QfrUO7LhMOxlgRwbU1LvgVyU9hvv-bFomm3rsDTO4maaQD-zDhrfP0hK0/s1600/10_Incensiere.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5JsXfKxoMnAogXn2b01k9UVHz4jftIaqHc0i3dlRxhizJMT-kqdoR6M4e12IvyHEpGb0RtELu7PAhAqkmF3QfrUO7LhMOxlgRwbU1LvgVyU9hvv-bFomm3rsDTO4maaQD-zDhrfP0hK0/s320/10_Incensiere.jpg" width="184" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Incensiere di ceramica.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La mostra è strutturata in quattro sezioni che ruotano intorno al significato del corpo. “Il corpo come tela” fa riferimento ai paradigmi della bellezza manifestati attraverso le modifiche corporali che venivano praticate presso i Maya. “Il corpo rivestito” mostra i diversi tipi di indumenti utilizzati dai Maya come espressione del loro sistema sociale e ideologico. “La controparte animale”, raffigurazioni animali che, secondo la visione cosmica dei Maya, accompagnano l'uomo sin dalla nascita. “I corpi delle divinità” presenta una serie di immagini di divinità ed esseri del pantheon maya pre-ispanico.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Le manipolazioni rituali sul corpo, tanto a carattere temporaneo, acconciature e pitture in occasione di particolari festività, quanto a carattere permanente, scarificazioni e foratura di orecchie, naso e labbra, sono sempre elementi visibili di identità culturale e di appartenenza sociale in tutte le civiltà tradizionali; ciò vale in modo particolare per i Maya, che avevano uno spiccato senso per la bellezza. Lo stesso abbigliamento rappresentava un vero e proprio linguaggio, indicativo dello status sociale; i motivi decorativi degli indumenti avevano un valore simbolico importante, come pure il copricapo che poteva includere elementi iconografici legati alla stirpe di appartenenza oppure a divinità di riferimento.</div>
<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj54SEB6Whq6NDCQOWKJVW9WEFCS-J2FtyZ9TXulGfr2E5YxXs1FjvQ_daPnFB66mmGScJznNFml5cQDlvvUhenmYuf2Bf8074zw4crzospKjEDw6Kv_cYribpfUxTyrlA7xbbnothKZu4/s1600/06_L%2527Adolescente+di+Cumpich.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj54SEB6Whq6NDCQOWKJVW9WEFCS-J2FtyZ9TXulGfr2E5YxXs1FjvQ_daPnFB66mmGScJznNFml5cQDlvvUhenmYuf2Bf8074zw4crzospKjEDw6Kv_cYribpfUxTyrlA7xbbnothKZu4/s320/06_L%2527Adolescente+di+Cumpich.jpg" width="156" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Adolescente di Cumpich.</td></tr>
</tbody></table>
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Molti sono i riferimenti al mondo animale, nell’abbigliamento, negli elementi architettonici e decorativi, nei nomi delle persone e nella configurazione dei glifi. I Maya hanno rappresentato i loro animali prediletti sia nella loro forma naturale, sia come esseri soprannaturali con cui avevano una costante interazione. Simboli di forze naturale, manifestazioni di energie divine, gli animali erano dei medium tra gli uomini e gli dèi che popolavano il loro pantheon , allo stesso tempo maschili e femminili, giovani e vecchie, animali e umane, creative e distruttive, come la natura stessa a cui si ispirano.</div>
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Il visitatore potrà di ammirare straordinari capolavori come il Portastendardi, pregiata scultura risalente all’XI secolo realizzata da un maestro di Chichen Itza (complesso archeologico a nord della penisola dello Yucatan, inserito nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno) del Periodo Postclassico; la Testa raffigurante Pakal il Grande che visse dal 603 al 683 dopo Cristo e fu il più importante re di Palenque (oggi tra i più importanti siti archeologici maya situato nello stato messicano del Chiapas); la Maschera a mosaico di giad raffigurante un re divinizzato tipico esempio di maschera funeraria, fondamentale per il defunto per raggiungere il mondo sotterraneo; e infine come l’Adolescente di Cumpich, imponente scultura risalente al periodo tardo classico ritrovata nel sito archeologico di Cumpich.</div>
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<b>Maya. Il linguaggio della bellezza.</b><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span><br />
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Verona, Palazzo della Gran Guardia, 8 ottobre 2016 - 5 marzo 2017.</div>
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Curata da Karina Romero Blanco, con l'intervento dell’INAH, Instituto Nacional de Antropología e Historia de México, la mostra è promossa dal Comune di Verona con il supporto di Arena Museo Opera (AMO), ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice.</div>
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Sito dedicato: <a href="http://www.mayaverona.it/">www.mayaverona.it</a></div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZQhWunVdU9gUA_VSUk7dpduVzzjS4K7T6zcw_UB_9VZgC1E4Umh7_3at6_bmCpg5f7BD1XHr80i-O4FyaJvSqyUZRpV9hcXm20xFyAxn4yoVdx-9nxC-SQHoOb7lprHnVJPrNuhzbbQo/s1600/08_Il+Tablero+dei+96+Glifi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZQhWunVdU9gUA_VSUk7dpduVzzjS4K7T6zcw_UB_9VZgC1E4Umh7_3at6_bmCpg5f7BD1XHr80i-O4FyaJvSqyUZRpV9hcXm20xFyAxn4yoVdx-9nxC-SQHoOb7lprHnVJPrNuhzbbQo/s640/08_Il+Tablero+dei+96+Glifi.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tavola dei 96 glifi<br />
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SEGNI D'ARTEhttp://www.blogger.com/profile/15572672729655271288noreply@blogger.comVerona, Italia45.438384199999987 10.99162150000006545.260078699999987 10.668898000000064 45.616689699999988 11.314345000000065