lunedì 1 ottobre 2018

La condizione umana negli scatti di Schirato

La mostra “Terra Mala” ospite degli stabilimenti di Guna farmaceutici a Milano.

di Renato Sales

Può sembrare un giudizio frettoloso, ma dalle foto del bolognese Stefano Schirato s’intuisce un’indole tormentata e difficile, una personalità complessa e contraddittoria, incline alla dialettica e alla ribellione. Anche le sue teorie sulla fotografia sono un riflesso della sua forza polemica. Schirato della fotografia dice che “… non è interessante la macchina fotografica che si possiede, ma il pensiero che la muove. Fotografo per maturare delle idee - chiarisce - per vivere altre vite, per prendere posizione”. 
Una volta il critico francese Roland Barthes ebbe a dire: “Ciò che la fotografia riproduce all'infinito ha avuto luogo solo una volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai ripetersi esistenzialmente”. Intendeva dire che una foto fissa, in un breve segmento di pellicola, in una manciata di pixel, una sensazione, uno stato d’animo, che non potranno mai più espandersi liberamente. Anche se potrà apparire presuntuoso, ma non siamo d’accordo!

La mostra “Terra Mala” di Stefano Schirato, che dal 2 ottobre al 23 dicembre la Guna, azienda farmaceutica italiana che dal 1983 sviluppa proposte terapeutiche d’avanguardia, ha allestito presso la sua sede di Via Palmanova 69 a Milano, sta lì a testimoniarlo. 
La società, leader nazionale nella medicina dei bassi dosaggi, da parecchi anni in occasione del 2 ottobre, ricorrenza della Giornata Internazionale della Nonviolenza indetta dall'ONU, organizza varie iniziative sociali. Quest’anno ha invitato il fotoreporter di fama internazionale Stefano Schirato per incontrare i dipendenti ai quali presenterà una selezione dei suoi scatti migliori sul dramma della terra dei fuochi.
“Il progetto del libro Terra Mala, l’impattante volume che raccoglie le immagini esposte nella mostra, ha catturato da subito la nostra attenzione - ha commentato Alessandro Pizzoccaro, Presidente del CdA di GUNA – sia per la genuina passione che traspare evidente dall’impegno di Stefano, sia per la reale consonanza tra i valori che improntano il DNA di GUNA e il messaggio veicolato dal volume, contro le ecomafie e a difesa del diritto all’equilibrio psico-fisico degli esseri umani. La sintonia tra il lavoro di Schirato e GUNA è tale che abbiamo deciso di organizzare questa mostra con alcuni tra i suoi migliori scatti all’interno del nostro stabilimento di Via Palmanova a Milano – ha concluso Pizzoccaro. “Mostra il cui ingresso è gratuito per qualunque cittadino, così da garantire la massima diffusione di questo importante messaggio sociale”.

L’esposizione presenta 25 fotografie scelte con criteri spazio-temporali e per assonanza di soggetti e di emozioni. Ma la mostra è soprattutto la narrazione di come un uomo “armato” solo di un aggeggio tecnologicamente avanzato sia in grado di catturare “la condizione umana”. Lo sforzo, cioè, di dare una risposta al problema del senso della vita. Non a caso una buona parte delle immagini sono di persone. Perché Schirato fotografa le persone là dove si trovano, non ha paura di scendere nel “basso”, di toccare il bene e il male contenuto nella poderosa povertà, nella disillusione, nell’angoscia, nello sgomento della gente; meglio, delle persone; meglio ancora, delle anime delle persone, che cattura con il suo attrezzo elettronico tecnologicamente avanzato.
“Il lavoro sulla terra dei fuochi – spiega il noto fotoreporter - consta in realtà di due filoni, che si intrecciano e si separano continuamente. Da un lato c’è il racconto di una terra martoriata da un inquinamento di origine dolosa e malavitosa, che sta condannando a morte chi lì vive. Dall'altra, ci sono proprio gli abitanti: bambini morti di tumore e madri inconsolabili ma coraggiose, che manifestano e lottano senza tregua contro questo massacro; ci sono i malati, che combattono quotidianamente per la loro vita; artisti che mettono il proprio talento al servizio della causa; giovani che hanno visto morire i loro genitori e chiedono a gran voce un futuro diverso. Tutti accomunati da un attaccamento alle proprie origini così radicato che, se domandi loro perché non si trasferiscono altrove, puoi sentirti dare una risposta che suona come “E dove devo andare?”.
Insomma, per Schirato, come per Guna, sebbene in ambiti diversi, al centro delle loro attenzioni vi è sempre l’essere umano nelle mille forme della sua condizione.

L’artista collabora con diverse riviste, associazioni e ONG (Emergency, Caritas Internationalis, ICMC ecc.) con le quali ha partecipato a progetti sui diritti umani, sull'emergenza dei rifugiati e sull'immigrazione clandestina. Il suo lavoro è stato pubblicato dal New York Times, CNN, Newsweek Japan, Vanity Fair, Al Jazeera, Le Figaro, Geo International, Burn Magazine, National Geographic. Ha diversi progetti in corso in Europa dell’Est e in Africa e negli ultimi 4 anni ha portato avanti una ricerca sull'inquinamento e la corruzione nel sud Italia. 

La mostra è gratuita ed è aperta al pubblico dal 2 ottobre al 23 dicembre, su appuntamento, nella fascia oraria 08:30 – 17:00, chiamando lo 02 280181 oppure scrivendo ad a.zaghini@guna.it