lunedì 20 marzo 2017

Tre civette sul comò. Civettarte.

Alla Casina delle Civette di Villa Torlonia in Roma.

di Manuela Ottaviani

Antonella Cappuccio, Civette, 2016
Il piccolo volatile notturno da sempre è associato al mistero soprattutto a causa dei suoi grandi e penetranti occhi in grado di vedere nell'oscurità, oltre il buio fitto che inesorabilmente ferma il nostro sguardo. Per questa sua capacità era la fedele compagna di Atena e la troviamo in varie raffigurazioni antiche appollaiata sopra il suo elmo da dove scruta il mondo notturno riferendo ciò che vede alla dea che grazie a lei acquisisce una conoscenza profonda e sarà venerata come la più saggia dell’Olimpo.

Il magico potere dello schivo e solitario rapace non  si è mai affievolito nel corso dei secoli conservando intatto  il mistero che da sempre lo avvolge ed agli  inizi del XX secolo il principe Giovanni Torlonia jr, profondo conoscitore del mondo esoterico, decide di costruire in suo onore un villino liberty denominato poi  “Casina delle Civette”  per l’ossessivo ricorrere del tema della civetta nelle decorazioni, nel mobilio, nei capitelli delle colonne ornati con i grandi occhi tipici del volatile notturno e soprattutto per la presenza di una grande vetrata eseguita da Duilio Cambellotti nel 1914 raffigurante  due grandi civette stilizzate tra dei rami d’edera.